"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

venerdì 28 ottobre 2011

Il Comitato SOS C&C scrive alle Istituzioni

Siamo un Comitato popolare intercomunale (Comuni di Pernumia, Battaglia Terme, Due Carrare), costituitosi per riaccendere l'attenzione delle istituzioni sul grave problema ambientale costituito dalla ex fabbrica C.&C. di Pernumia.

Le istituzioni superiori (Prefettura, Provincia, Regione) sono a perfetta conoscenza della complessità della vicenda che ha portato al sequestro del sito nel 2005 e dei gravi rischi per l'ambiente e la popolazione connessi alla presenza delle circa 52.000 tonnellate di rifiuti industriali pericolosi in esso contenuti.

Il Comitato chiede agli Enti destinatari di questa lettera di uscire dall’attuale situazione di "stallo decisionale" e di mettere in agenda in tempi brevi la discussione del problema della C&C per attivare al più presto la bonifica del sito. Questo comporterà certamente costi elevati, per questo si chiede l’intervento della Provincia, della Regione e del Ministero.

I costi per la bonifica, tuttavia, saranno un’inezia al confronto dei costi che dovrebbero essere affrontati qualora si verificasse uno degli incidenti a cui è esposta la zona.

Non si può più aspettare, bisogna agire prima che sia troppo tardi!

Il comitato ha raccolto in pochi mesi 2.235 firme e la disponibilità della popolazione a gesti clamorosi, a riprova del fatto che i cittadini sentono fortemente questo pericolo che incombe sul territorio e che minaccia la qualità della loro vita.

Testo della lettera

30 ottobre 2011 - La Costigliola compie un anno

Domenica prossima, 30 Ottobre, La Costigliola vuole donare una giornata di festa ed incontri a tutti coloro che le hanno permesso di partire, al generoso territorio di Padova, ma anche alle realtà di tutta Italia che in un anno di lavoro si sono avvicinate ed hanno costruito un pezzo di strada insieme.

La Costigliola vuole essere un patrimonio, un progetto comune. A partire dalle ore 9 e sino alle 18 pianteremo alberi, faremo passeggiate, ascolteremo i futuri progetti e faremo festa assieme, gustando buone pietanze ... bio!

Prima della festa, alle 8:00 con Carlo: visita in mountain bike e city bike lungo la confinante pista ciclabile, alla scoperta delle bellezze del luogo.
Alle 9:00 accoglienza - colazione di benvenuto.
Alle 10:00 apertura della festa: un anno di attività tra passato, presente e futuro. Presentazione dei volti e degli incontri di un anno, dei nuovi progetti e dei compagni di strada. Interverranno per presentare specifiche collaborazioni: Mario Crosta direttore di Banca Etica, Paolo Carnemolla presidente di Federbio, Franco Zecchinato presidente della cooperativa El Tamiso, Monica Lazzaretto del Centro Studi cooperativa Olivotti; oltre a loro ci saranno interventi di Lumen - Scuola di Naturopatia , Eti.for., la fotografa Laura Callegaro.
Alle 10:45 pensare il futuro: un nuovo pensiero a cura di padre Adriano Sella della Commissione Nuovi stili di vita.
Alle 11:45 piantiamolo: messa a dimora di un albero con il coro Cantamilmondo.
Alle 13:00 biobuffet.
Alle 13:15 Bube Sapràvie: musica balcanica e klezmer.
Alle 14:00 laboratorio di camminate lente, a cura di Walden - viaggi a piedi.
Alle 14:30 concerto del coro Cantamilmondo.
Sempre alle 14:30 visita all'azienda: vigneto, orto, nuovi percorsi naturalistici e foresteria con Carlo e Arrigo.
Alle 15:30 gara di torte: prepara una crostata o un dolce secco, dalle un nome e accompagnala con la ricetta e la descrizione degli ingredienti. Una giuria valuterà le tre torte migliori, primo premio: un soggiorno presso la foresteria de La Costigliola.
Alle 16:30 omaggio ad Andrea Zanzotto: “In questo progresso scorsoio: paesaggio, storia e identità nella poesia di Zanzotto”, lettura e analisi critica di Giovanna Frene.
Alle 17:30 tè, caldarroste e vin brulè sul terrazzo.

La giornata sarà animata da musica e banchetti delle varie realtà che hanno collaborato con noi quest'anno, oltre quelle già citate: La Biolca, Viaggi&Miraggi, Sapori d'Italia, Accademia 5T, AIAB Veneto.
Per i più piccoli (ma che fanno gola ai più grandi): giochi dell'Accademia dei giochi dimenticati e laboratori per bambini a cura di Walden - viaggi a piedi.

Potete iscrivervi alla festa inviando una mail a Dario Brollo.

Al primo piano sono inoltre presenti:
  • mostra di dipinti del pittore Franco Fumagalli,
  • mostra del miele,
  • installazione di Kerozene.
L'invito alla festa della Costigliola
La brochure dei Laboratori di Walden

lunedì 24 ottobre 2011

Rappresentazione o partecipazione?

Qualcosa sta cambiando davvero sotto il sole.

Città Nuova, la rivista dei Focolarini, propone nella sua home page, un ampio reportage sulla democrazia dei cittadini, a firma Tobia Di Giacomo, in forma di resoconto sul Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura, organizzato dall’associazione Greenaccord e conclusosi il 23 ottobre a Cuneo.
Si comincia col misurare la febbre del pianeta, e già dalla prima frase si comprende che si fa sul serio:
Il controllo democratico sulla gestione delle risorse collettive può davvero cambiare in meglio le cose, abbandonando però i modelli economici tradizionali.

Ecco qui l'articolo:
La felicità misura del benessere

Anche le multinazionali se ne sono accorte, rileggete quel che afferma Luciano Canova, docente di economia comportamentale alla Scuola Mattei di Enicorporateuniversity:
“Vanno superate le tradizionali valutazioni ambientali basate sulla mera analisi costi/benifici, che calcolano ex ante il danno di qualcosa che non può essere quantificato. Occorre invece definire criteri etici di gestione di quel bene e poi fare valutazioni che stimolino il consenso della comunità. In questo modo, ponendo le relazioni sociali e la felicità al centro delle politiche, i vari livelli istituzionali, da quello centrale a quelli locali, possono aggregare le forme di consenso e nella comunità si possono creare contributi volontari per stimolare la direzione da prendere”.

Un altro articolo ci spiega come si può aumentare il controllo democratico sulle risorse collettive:
«L’attuale forma di democrazia rappresentativa, che prevede di delegare agli eletti la gestione della cosa pubblica, si è dimostrata non sempre in grado di dare le giuste risposte ai problemi che affliggono l’umanità. Ecco perché bisogna ripensare il modello di democrazia, partendo dall’idea forte che la democrazia è partecipazione. C’è una fetta di cittadini, sempre più ampia, che chiede un nuovo modello di sviluppo e pretende dai politici scelte coraggiose e lungimiranti». Così il presidente di Greenaccord Onlus, Alfonso Cauteruccio, ha inaugurato il IX Forum internazionale dell’Informazione per la salvaguardia della natura con “People building future: media, democrazia e sostenibilità”.

Questo è l'articolo:
Dalla democrazia rappresentativa alla democrazia partecipativa

Rileggiamo insieme:
La proposta di un nuovo modello di sviluppo non è emersa né all’interno del mercato né nell’ambito delle istituzioni statali, ma grazie alle reti collaborative che danno voce alle istanze dei cittadini. Una vera e propria rivoluzione, quella delle reti, che sta diffondendo una critica culturale e propone un altro modo di vivere. La loro estensione è essenziale per ridurre il potere delle lobby e dare allo Stato il potere di difendere davvero gli interessi collettivi.

Adesso, quale ricetta proporre se non quella che sale dal basso, dalla partecipazione dei cittadini, appunto?

Non si tratta, a ben intendere, di creare un altro potere - quello delle reti - parallelo, sussidiario o sostitutivo di quello attualmente in auge, che è il binomio stato-mercato. Noi ne siamo fermamente convinti: necessita un radicale cambiamento nella stessa filiera che genera il potere.
Bisogna ricreare le condizioni al contorno, culturali e strutturali, direi antropologiche, che ci permettano di ritrovare uno spirito comunitario - inteso a tutti i livelli, dal familiare al cittadino, al nazionale, all'europeo, al mondiale - il solo che consentirà di far dell'umanità una comunità di persone che vivono in pace e in armonia tra di loro e, come diretta conseguenza, con l'ambiente circostante e il pianeta intero.
Uno spirito che potremmo definire di Unità nella Diversità, uno spirito che permei tutte le strutture sociali, statuali e del mercato globale.
Ricordate che fu detto: se vuoi la pace prepara la guerra. Non fu mai coniato uno slogan più infelice di questo!
Preparare la guerra non fa che allontanare gli individui, i gruppi, le nazioni, dall'obiettivo posto dinnanzi a loro: partire da posizioni diverse per arrivare all'unità, pur rimanendo differenti gli uni dagli altri.
Oggi questo obiettivo è diventato una necessità per la stessa sopravvivenza del genere umano sul globo terracqueo.
Noi oggi dobbiamo avere l'ardire di proclamare: se vuoi la pace prepara la giustizia! E qual è la base della giustizia se non quell'antico e sempre nuovo principio: "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te"?
Pensate come potrebbe essere tradotto in azione:
  • non inquinare l'aria che respira il tuo vicino, perché tu stesso non potresti respirarla senza riceverne un grave danno;
  • non appropriarti dell'acqua comune, perché è fonte di vita per tutti gli esseri viventi e tu sei uno di loro;
  • non occupare la terra che dà il cibo al tuo prossimo, affinché tu stesso e la tua famiglia un domani non rimaniate privi di sostentamento;
  • non sprecare le risorse e l'energia che sono oggi nelle tue disponibilità, perché sono state pagate a caro prezzo, essendo ricavate per gran parte da sorgenti non rinnovabili e attraverso il duro lavoro di altri esseri umani tuoi simili;
  • non nascondere la verità su di te al tuo prossimo, perché egli non faccia altrettanto con te e, resi ciechi entrambi, non abbiate a precipitare nel baratro che vi si para davanti;
  • non condurre ingiustamente in giudizio il tuo fratello, affinché lui, a sua volta, non conduca te in giudizio: è certo che ne uscirete entrambi con le ossa rotte ...

Potreste continuare voi in quello che sembra un gioco da ragazzi - invece è una proposta seria - elencando decine, centinaia, migliaia di punti simili a questi.

Ricordo sempre con immenso stupore l'esempio della bicicletta e della dinamo: finché non si dà la prima pedalata la dinamo non produce corrente e la luce anteriore della bici non illumina la strada. Mi sembra proprio che ci troviamo in questa situazione, il motore del pianeta Terra si è imballato, le tenebre scendono e avvolgono il globo ...

A chi tocca muovere i primi passi? Al Mercato, allo Stato, alle Reti, a te, a me?

A tutti e a ciascuno, ma qualcuno deve cominciare, cominciamo col crederci adesso, vedremo cambiare noi stessi e poi vedremo cambiare gli altri e il più sarà fatto.

Altri contenuti: 
Greenaccord, il grido della Terra
Una governance mondiale per l'ambiente 

sabato 22 ottobre 2011

Acqua pubblica: in che direzione stiamo andando?

Moreno ci segnala questo articolo tratto da il Fatto Quotidiano, che pubblichiamo:

Il comitato per il NO all'acqua pubblica batte cassa per i rimborsi dallo stato

Avete letto?
E' questo il problema postreferendario?

Anche, ma, secondo noi, non è il solo e soprattutto non è il più importante.
Accapigliarsi per 60.000 euro è vergognoso e sintomatico dell'individualismo esasperato che permea l'attuale società politica italiana.
Eppure c'è qualcos'altro di ancora più grave. Chi ha raccolto le firme, e tra questi vi erano tanti militanti e dirigenti del Pd, di Idv, di Sel, dell'Udc, assieme a tanti cittadini comuni, procede in ordine sparso, ognuno cercando di tirare l'acqua al proprio mulino, senza aver compreso che l'acqua è veramente un bene comune e nessuno ha il diritto di appropriarsene.

Esaminiamo un caso che ci riguarda più da vicino delle vicende laziali citate nell'articolo: l'acqua dell'Altopiano di Asiago è proprietà degli abitanti dell'altopiano? Proviamo a porre la domanda a loro stessi e poi la poniamo agli abitanti di Vicenza città o di Padova, che la utilizzano nella forma estratta dalle falde acquifere, alimentate dall'altopiano, dopo che le rocce attraverso cui è penetrata l'hanno depurata ed arricchita di sali minerali.

Facciamo adesso un salto temporale all'indietro di 2000 anni e andiamo a rileggere la favola attribuita a Fedro il lupo e l'agnello nella Traduzione di Giovanni Grisostomo Trombelli (1752), per farne un'interpretazione moderna:

A un rio medesmo, dalla sete spinti, l'Agnello, e'l Lupo eran venuti.
Il Lupo al fonte più vicin; da lunge assai bevea l'Agnello:
allor che ingorda fame punse il ladron a ricercar tal rissa:
perché l'acqua, a lui dice, osi turbarmi?
L'Agnel tremante:
intorbidar poss'io l'onda, che dal tuo labbro al mio trascorre?
Quegli vinto dal ver:
ma tu, soggiunge, fin da sei mesi con acerbi motti m'oltraggiasti:
io non era allora nato, l'Agnel risponde.
Sì, riprende il Lupo; ma ben tuo padre villanie mi disse.
Così l'addenta, e ne fa ingiusto scempio.
A colui s'indrizza il mio racconto,

che con falsi pretesti i buoni opprime.

La discussione sull'utilizzo dell'acqua del ruscello viene accampata dal lupo come pretesto per un fine diverso: il lupo, fin dall'inizio, ha deciso di banchettare con carne di agnello.

La morale attuale è questa: inutile discutere con chi ci osserva con occhi di predatore! Se gli agnelli non uniscono le loro forze e non esiliano il lupo (con procedure democratiche, sia ben chiaro) ognun di loro sarà sempre in pericolo di vita e di morte!

Così sarà dei beni comuni se non ce ne prenderemo cura con impegno personale e collettivo insieme.

Stiamo attenti, però, ai compagni di strada che sceglieremo, perché oggidì ... ci son lupi che si travestono da agnello!

A voi trarre le conclusioni.

sabato 15 ottobre 2011

Stabilità vs governabilità

Nessuno può metter in dubbio che la politica italiana degli ultimi anni sia molto stabile e che ciò sia principalmente dovuto ad una legge elettorale che consente ai capipopolo, ai capipartito ed ai capicorrente di nominare al Parlamento della Repubblica chi a loro conviene.

Non era però questo il motivo per cui ci fecero ingoiare questa legge elettorale, definita porcata dal suo estensore, ma ben gradita ai suoi mandanti.

Il motivo palesato allora era quello della governabilità.

Ricordate quanti commentatori politici, dopo la prima e, ancor più, dopo la seconda caduta del governo Prodi, suonavano la grancassa del "c'è bisogno di governabilità" altrimenti il paese non si muove, non riprende a crescere, non si fanno le riforme necessarie per ammodernare il paese, e perciò bisogna dare più poteri al premier, bisogna eliminare il bicameralismo perfetto, bisogna eliminare un'eccessiva frammentazione delle forze politiche in parlamento, bisogna premiare chi ottiene la maggioranza relativa, eccetera, eccetera ...

Costoro dimenticavano che la governabilità, se non viene dal popolo, se non è in favore del popolo e non ritorna al popolo, diventa stabilità di un governo aristocratico, oligarchico, plutocratico, che non ha più nulla a che vedere con la democrazia.

Questo è il bello della democrazia, per chi l'apprezza: quando governa il popolo, che è variegato e volubile, non si può controllare come andrà a finire!
Altro che stabilità, c'è massima incertezza sui risultati che si otterranno da una votazione, sia essa in parlamento o referendaria.

Chi potrebbe arrogarsi il diritto di rappresentare la volontà della maggioranza del popolo, che è sempre mutevole, se non si sottopone al giudizio degli elettori e non vi rimane sottoposto per tutta la durata della legislatura?

Invece, cosa fanno tutte, dico tutte, le forze politiche attuali? Scrutano, da mane a sera ... i sondaggi ... per sapere se piacciono al popolo. Come la Regina matrigna di Biancaneve, ripetono ogni giorno: sondaggio, sondaggio delle mie brame, chi è il più bello del reame? Con la speranza malcelata di sentirsi ripetere: ma sei tu mio bel presidente, sei tu il più bello del reame! Ed i sondaggi possono venir drogati e manipolati per ottenere sempre la stessa risposta.

Un plutocrate, così è stato definito il nostro Presidente del Consiglio da autorevoli commentatori della stampa estera.

A onor del vero, questi signori non vedono l'ora di veder crollare le azioni, i titoli e le banche nostrani, per scendere al Sud a far man bassa.

Ed eccoci così schiacciati tra l'incudine e il martello.

L'incudine di un governo che non governa e il martello di un'opposizione che si oppone sempre, senza avere in mano la ricetta, la soluzione, priva com'è di un programma comune.

A che giova, allora, riempirsi la bocca ogni giorno di sentenze sui beni comuni, partecipare a conferenze e dibattiti dove ci si strappa i capelli per la "tragedia dei beni comuni", e, nello stesso tempo, non avere una proposta credibile, sostenibile e praticabile da tutti, per tutti e con tutti?

Al via la "Scuola del Legame Sociale"

Anna, della segreteria organizzativa del CSV di Padova, ci avvisa che ...

La Scuola del Legame Sociale, dopo la prima edizione, tenutasi a Padova, e la seconda a Treviso, riprende quest'anno da Padova.
Questa originale scuola, aperta a studenti, lavoratori e volontari di tutte le età e di tutte le provenienze, è promossa dai Centri di Servizio al Volontariato di Padova e di Treviso.

Sette incontri all'anno, per la durata di due anni, più alcuni laboratori autogestiti ed uscite conoscitive, un percorso formativo e culturale sul significato contemporaneo della relazione e del dono.

Le lezioni sono normalmente di sabato, le materie spaziano dall'economia alla politica, dall'arte all'antropologia, dalla sociologia alla religione e sono tenute da professori ed esperti di alto livello e di provata esperienza sul campo.

Il focus 2011-2013: Quale economia?

Considerato che la quota di iscrizione è di soli 50 euro, comprensiva del materiale, (le uscite sono extra), direi che si tratta di un'opportunità da non lasciarsi sfuggire: entrare a far parte di quella ristretta cerchia di persone (una trentina) che saranno ammesse quest'anno a far legame sociale. Sì, perché quello che sarebbe il programma teorico della scuola lo si può mettere in pratica fin da subito instaurando rapporti nuovi (socialmente parlando) tra gli stessi corsisti e tra i corsisti e i docenti. E, in effetti, già dal sottotitolo della scuola, Laboratorio per costruire città felici, si comprende come si tratti di un programma molto concreto.

Qui trovate il Libretto informativo

Le iscrizioni sono aperte fino al 30 ottobre e possono pervenire via mail all’indirizzo scuola@legamesociale.org

Allora ... un augurio di buon anno sociale a tutti i volenterosi che prenderanno l'iniziativa di legarsi più stretti!

Cosa sono i beni comuni?

Ho cercato su youtube un video in italiano che mi spiegasse cosa si intende per beni comuni.

Vi propongo questo perché, sia il testo che, soprattutto, le immagini, credo spieghino bene cosa si intende quando si parla di beni comuni:

Cosa sono i beni comuni?

Adesso, dopo aver visionato il filmato, direi che possiamo provare a mettere in fila alcune proposizioni sui beni comuni che potrebbero diventare, anch'esse, un bene comune (di tipo culturale):
  1. i beni comuni sono beni che la natura ci dona gratuitamente o beni che abbiamo ereditato dai nostri avi;
  2. i beni comuni sono beni necessari a tutti, senza i quali la comunità umana non può sopravvivere;
  3. sono beni gestiti collegialmente, il cui profitto va a vantaggio di tutta la comunità e, complessivamente, di tutti i suoi abitanti;
  4. tutti possono partecipare economicamente e finanziariamente, col proprio lavoro retribuito o volontario, alla loro preservazione e al loro sviluppo.

sabato 8 ottobre 2011

Consiglio comunale di Albignasego - 29 sett. 2011

Consiglio impegnativo: terminato alle ore 2:00 del 30 settembre 2011.

Elenchiamo almeno quattro fatti degni di nota:

1° La Ricognizione del vicesindaco Filippo Giacinti sullo stato di attuazione dei programmi e verifica degli equilibri di bilancio 2011 si può riassumere in un salomonico:
"spendiamo meno di tutti e abbiamo il più basso livello di tassazione tra tutti i comuni del Veneto (e forse d'Italia)".

Forse potremmo investire di più in opere pubbliche ed incrementare i beni comuni se disponessimo di maggiori risorse, ma dobbiamo dare atto a questa Amministrazione che la sua priorità è spendere e tassare il meno possibile.

Non possiamo escludere che nel mondo ci sia chi paga ancor meno tasse di noi, potendo spendere di più e meglio, ma è certo che ci sono comuni che spendono di più e meglio approfittando, per un verso, del contributo volontario di tante associazioni, e, per l'altro, chiedendo ai propri cittadini una maggiore assunzione di responsabilità verso la propria comunità locale, attraverso un maggior contributo economico.

A ben pensarci, il risultato dell'economia del consumo e dell'accumulo dei beni privati è questo:
togliere poco a molti per dare molto a pochi.

Mentre l'obiettivo dell'economia della cura dei beni in comune sarebbe questo:
ognuno dia qualcosa di più, affinché ci sia molto di più a disposizione di tutti.

Si è certamente capito che noi simpatizziamo per quest'ultimo ... argomenteremo meglio in un prossimo post.

2° In seguito ad un'accorata richiesta della minoranza e con l'appoggio della maggioranza del Consiglio comunale (manifestata nelle parole del capogruppo Ezio Piovesan), il Sindaco Massimiliano Barison ritira la delibera che proponeva la dismissione, tra le altre, delle minime quote di azioni detenute dal Comune nelle società ACEGAS APS (Distribuzione gas), ACEGAS HOLDING (Trasporti pubblici) e BANCA ETICA (Finanza etica e solidale). Sarà ripresentata emendata al prossimo Consiglio.
Qui il link all'intervento del Consigliere Enrico Pistelli: Albignasego e Banca Etica.

3° Nonostante la fatica e l'ora tarda, i Consiglieri all'unanimità decidono di rinunciare al gettone di presenza in segno di protesta verso gli alti costi della politica di palazzo e per solidarietà verso i lavoratori e le famiglie che soffrono della crisi economica, destinandone l'importo al fondo bonus bebè. Sindaco ed Assessori si impegnano a devolvere una quota analoga della propria indennità con le stesse finalità.
Qui il link al testo della mozione, inizialmente proposta dal Consigliere Andrea Canton e fatta propria dalla Conferenza Capigruppo: Mozione sui costi della politica.

4° La Lega Nord ritira la sua mozione in Materia di Lingua Veneta. Mirco Cecchinato non ritira la sua sulla Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico e culturale Veneto, ma la mozione viene respinta dal Consiglio con due voti favorevoli, due astenuti e tutti gli altri contrari. Peccato, un'occasione perduta per votare un provvedimento che poteva diventare condiviso e sostenibile, in difesa di quella che possiamo, a ragione, definire la disconosciuta identità veneta.
Qui il link al testo della mozione di Mirco Cecchinato: Mozione sulla Lingua Veneta.

venerdì 7 ottobre 2011

I Comuni davvero virtuosi

Riceviamo dal Centro Servizi Volontariato di Padova l'invito ad incontrare, il prossimo 22 ottobre alle ore 15:00, due sindaci di Comuni Virtuosi, Domenico Finiguerra e Giorgio Del Ghingaro, nel contesto del Festival della Lentezza, che si terrà a Selvazzano Dentro e alla Costigliola di Rovolon (PD) dall'11 al 23 ottobre.
Domenico Finiguerra è un cittadino impegnato in politica, eletto Sindaco di Cassinetta di Lugagnano. Riportiamo due post tratti dal suo sito.

COSTRUIAMO IL CAMBIAMENTO

Nella prossima primavera gli Abbiatensi saranno chiamati a scegliere il governo della Città. Sarà una grande opportunità. Sarà possibile imboccare una nuova strada andando verso una città vivace, virtuosa e solidale, che metta al centro innanzitutto il lavoro e la salute, capace di ascoltare e dare risposte ai bisogni dei cittadini e delle famiglie, capace di valorizzare il meglio della sua tradizione, rispettosa del territorio, dei beni comuni, promotrice di benessere e di crescita culturale.

Sarà praticabile un diverso modo di amministrare la cosa pubblica, facendo entrare sobrietà, freschezza e competenza nelle stanze di Piazza Marconi.
Sarà finalmente concretizzabile un reale rinnovamento della classe dirigente, affidando la guida del comune a persone nuove, che vogliano uscire dalle vecchie logiche di partito e dalla storiche cordate, e che, invece di praticare alchimie finalizzate alla sola conquista di posti di potere, vogliano dedicarsi con passione alla realizzazione di un progetto ambizioso per la città. Sarà una grande sfida per il cambiamento! Una sfida nella quale io intendo portare il mio contributo di passione, ideale e civile, e di esperienza concreta maturata in dieci anni di governo a Cassinetta di Lugagnano.

Una sfida affinché Abbiategrasso possa conoscere veramente una stagione di cambiamento, che non potrà nascere né dalle primarie indette dalla cosiddetta Coalizione per l’Alternativa, primarie alle quali io evidentemente non parteciperò, né dall’attuale amministrazione di centrodestra. La primavera di Abbiategrasso comincerà ad essere costruita quest’autunno con il lavoro delle tante persone e dalle tante realtà che, desiderose di appropriarsi della politica, si stanno già incamminando in questa avventura unica nel metodo e nei contenuti.

UN COMUNE INTOSSICATO

Il Bilancio del Comune di Abbiategrasso è intossicato. È drogato dagli oneri di urbanizzazione e sta entrando in una grave crisi di astinenza ...
A inizio anno erano previsti oneri di urbanizzazzione per 2,5 milioni di euro. Andrà bene se ne entreranno la metà. A giugno sono stati tagliati 600 mila euro di spese correnti (servizi ai cittadini). Oggi se ne tagliano altri 400 mila di investimenti (opere pubbliche). E nonostante tutto questo la Giunta Albetti persevera nell’affidarsi alle entrate, oggi più che mai incerte, degli oneri di urbanizzazione, legando ancora 650 mila euro di spesa corrente alle decisioni dei costruttori.

Il Comune è stato amministrato per decenni facendo cassa col mattone, ha ancorato il futuro dei servizi per la collettività all’andamento del mercato immobiliare. Ed ora che l’edilizia è ferma (perché in Italia, compresa Abbiategrasso, ci sono almeno 2 milioni di case vuote e decine di migliaia di capannoni sfitti!) il bilancio comunale è veramente a rischio. Cosa succederà quando i previsti incassi non ci saranno? Chi ripianerà il buco? Il vicesindaco leghista se la prende con il finto federalismo! Ma non erano loro, parola di Albetti in campagna elettorale, a millantare “ganci” ai livelli superiori?

Il bilancio comunale non può rimanere ostaggio del mattone. Non è accettabile riconsegnare il nostro futuro nelle mani di amministratori che non hanno saputo negli ultimi 20 anni immaginare entrate diverse se non quelle derivanti dalla svendita del territorio. E dobbiamo opporci ad ogni tentativo di ripianare il bilancio con la svendita dei beni comuni e del patrimonio comunale.

Domenico Finiguerra, cittadino di Abbiategrasso

SOS C&C: La fabbrica dei veleni, procede la raccolta delle firme

Lorenzo ci aggiorna riguardo alla C&C, la Fabbrica dei Veleni.

Ciao a tutti, vi informo su quello che sta succedendo in quel di Pernumia-Due Carrare-Battaglia Terme. Ieri ci siamo ritrovati per essere aggiornati sulla situazione. Qualcosa si muove, ma dobbiamo dare molta forza alle istanze del Comitato SOS C&C (*), che sta per scrivere a regione, prefettura e provincia facendosi forza delle firme raccolte. Perciò non esitate a stampare il volantino e il modulo per la raccolta delle firme e fatelo firmare ad amici, vicini e colleghi, anche per una firma soltanto. Non serve carta di identità. Va bene anche se le persone non sono della zona, perché i danni che potrebbero derivare da un possibile disastro andrebbero molto più in là dei comuni elencati. Ci diamo tempo una settimana e le portate a me, quindi entro il 12 ottobre (**).
Se avete bisogno di informazioni scrivetemi pure. Lorenzo

(*) Per visualizzare le diapositive dell'orrore, dopo la prima, dovete scorrere fino in fondo la pagina e premere, per ognuna, il tasto (verde) di avanzamento.

(**) Al seguente link Orto sociale: C.&C., curato da Remo, trovate ulteriori informazioni, ad esempio che la Regione Veneto ha stanziato 30 milioni di euro per le opere di bonifica, che devono essere assegnati entro il 29 ottobre!

giovedì 6 ottobre 2011

Bozza 009 della proposta di legge sulla Democrazia Diretta

Pubblichiamo un aggiornamento che ci giunge da Fabio.

Lunedì 3 ottobre ero a Rovereto, presso l'Urban Center, da poco inaugurato, per la continuazione del lavoro di scrittura della proposta di legge per introdurre gli strumenti di democrazia diretta nella Costituzione italiana.
Riporto il link alla bozza 009 che comprende le modifiche apportate fino all'art. 73, durante l'intensa giornata di discussione:

Bozza 009 della proposta di Legge sulla Democrazia Diretta

Il lavoro proseguirà con le modifiche degli articoli dal 74 in poi.
A partire da questo articolo vedete anche la proposta di legge Peterlini a cui si ispira principalmente il lavoro.
Ognuno di voi, anche te che stai leggendo, può proporre nel Forum di discussione le sue modifiche, alla prossima riunione skype o a Rovereto verranno valutate dal gruppo.
C'è uno spazio per i commenti di fianco a ciascun articolo. Ciascuno provi, come esperimento, a scrivere il proprio commento, come ad esempio hanno già fatto Paolo e Thomas (almeno per quanto riguarda gli articoli vecchi scritti prima dell'incontro del 3 ottobre). Poi invii il file a Paolo Michelotto, che trascriverà tutti i commenti e realizzerà un documento complessivo, con tutti i commenti inviati prima del prossimo incontro.
La finalità di questa proposta di modifica costituzionale è principalmente fare informazione sui temi della Democrazia Diretta e, nei territori in cui si raccoglieranno le firme, spingere affinché i comuni si dotino di questi strumenti (referendum propositivo, confermativo, abrogativo, proposta di legge popolare, revoca degli eletti) prevedendoli nei loro statuti. Seminiamo oggi per raccogliere domani.

Nella riunione di Più democrazia e partecipazione, a Vicenza, la sera del 3 ottobre, abbiamo letto le nuove modifiche e approntato il punto della situazione con l'invito di attivarsi anche individualmente. Annamaria Macripò ha proposto di iniziare a lavorare con le ultime classi degli istituti superiori della città per diffondere l'informazione sui temi della Democrazia Diretta, quindi elaborare un progetto in tal senso entro le festività invernali per presentarlo ai presidi all'inizio del prossimo anno.

Chi vuole partecipare a questo progetto?

mercoledì 5 ottobre 2011

L'economia dei Beni Comuni

Remo ci invia questa nota che volentieri pubblichiamo.

Quella che segue è l'ipotesi di una economia "policentrica" basata sulla gestione di beni comuni. Si tratterebbe di una economia costituita da un settore "dei beni comuni" a "proprietà collettiva", assieme ai settori "privato" e "pubblico" attualmente esistenti. Non significa l'abolizione della proprietà privata, che può persistere nel settore privato ed anche nel settore dei beni comuni se le fondazioni che li gestiscono decidessero di dedicare particelle di beni comuni ad un tipo di proprietà privata. Esempio: alcune parcelle di pascolo possono essere a proprietà privata (famigliare) pur sottostando alle regole "collettive" del bene comune inalienabile e indivisibile.
Questa economia policentrica con i tre settori, quello "dei beni comuni", quello "privato" e quello "pubblico", verrebbe situata all'interno di un quadro normativo ed etico di controllo sociale e di equilibrio armonico con la natura e gli esseri umani. Se le relazioni intra-umane sono armoniche è probabile lo siano anche quelle tra uomo e natura, e viceversa, in una spirale positiva. Questa economia policentrica può crescere come terzo settore tra il pubblico ed il privato anche sull'attuale economia del profitto (pubblico e privato) ridimensionandola e garantendo una transizione dolce verso una post-economia.
Elenco tre punti importanti per me:

A) Il Basic Income o reddito garantito o reddito di cittadinanza. La mia proposta è di farlo partire gradualmente attivandolo per i bambini fino ad una certa di fascia di età giovanile. Servirebbe come propellente per lanciare il terzo settore (dei beni comuni). Sarebbe strettamente sinergico al terzo settore, perché favorirebbe un paradigma di "logica sui tempi lunghi". Sarebbe politicamente dirompente per la sua semplicità, perché basato sull'invito a "INVESTIRE SUI GIOVANI" e sui bambini, che avrebbero dalla nascita un reddito garantito per tutta la loro vita. Anziché investire soldi inutilmente nel salvataggio di banche e di compagnie finanziarie parassite. Potrebbe essere collegato ad un discorso di sovranità monetaria nel senso che verrebbe finanziato da moneta stampata direttamente dallo stato anziché dalle banche centrali, che sono istituzioni private ed esercitano il signoraggio. Potrebbe essere declinato localmente con monete locali.

B) L'elemento centrale, la struttura organizzativa nuova che gestirebbe i beni comuni, o la proprietà collettiva moderna, sarebbero le "Fondazioni". Un ottimo esempio pratico di Fondazione è la Fondazione della Cooperativa Iris di Cremona, Tessere di economia solidale: esperienze, saperi e competenze, che raccoglie fondi e risorse per iniziative produttive sinergiche, coordina queste iniziative collegandole tra loro e fornendo un accurato bilancio di costi e benefici complessivi, finanzia la ricerca, diffonde le proprie sapienze esperienziali (ad esempio le tecniche di coltivazione biologica), diffonde il sapere come bene comune tout court, favorisce iniziative volte all'estetica, alla bellezza, all'innovazione positiva.

C) Probabilmente a questo punto della nostra storia come specie umana, il bene comune più importante è la nostra conoscenza e la nostra memoria storica collettiva. Come sostiene il pezzo di Enrico Grazzini, tratto dalla rivista on-line di Sbilanciamoci, I beni comuni per uscire dalla crisi, tale bene va diffuso senza restrizioni, vincoli, egoismi, proprietà di alcun tipo. Compresi la ricerca e i beni culturali, estetici, artistici. E' la tesi centrale di Yochai Benkler con la sua "Commons Based Peer Production". Per far questo sarebbe strettamente necessario il Basic Income.

D) Personalmente non sono d'accordo quando Grazzini mostra scetticismo circa l'autogestione operaia o l'esperienza dei Soviet. I Soviet in URSS furono chiusi brutalmente dal partito bolscevico, altrimenti la storia dell'umanità sarebbe stata ben diversa e migliore. Non solo perché erano a stragrande maggioranza socialisti-rivoluzionari, ma soprattutto perché il marxismo come concezione autoritaria della storia proibiva ogni ipotesi di autogestione. E sarà bene cominciare a fare i conti in modo definitivo con questa concezione autoritaria che per un secolo ha tarpato le ali alla liberazione dell'umanità. In Argentina e in Brasile sono state avviate esperienze positive di Consigli di fabbriche autogestite. Le possibilità per i Soviet del 2000 nascono proprio dalla stretta sinergia con il ri-nascente settore dei beni comuni. Questi Soviet raccoglierebbero e trasformerebbero socialmente parti del vecchio capitalismo rendendolo eco-sostenibile, armonizzandolo con il settore dei Beni Comuni e garantendo una transizione meno traumatica.