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martedì 24 febbraio 2015

La Pace nel Corano

Ricevo dal mio amico Rosario Amico Roxas, cattolico siciliano, profondo conoscitore del mondo islamico e della religione musulmana, questo brano di attualità, che ho molto apprezzato e pubblico volentieri:

La Pace nel Corano

Stiamo vivendo un'epoca in contraddizione con se stessa, nella quale dominano la violenza e la morte, che rappresentano l'antitesi della vita. Il termine che compendia questa contraddizione è universalmente riconosciuto nella PACE, che non segna la sconfitta di una parte e la vittoria della parte opposta, ma solamente un reciproco compromesso che neutralizza gli eccessi a vantaggio di una civile convivenza.

Lo scontro tra nazi-fascismo e comunismo provocò la seconda guerra mondiale che insanguinò l'Europa e non solo. Fu il sistema democratico che generò l'equilibrio tra le parti, pur se si trattò, per un lungo periodo, di un equilibrio forzato, mantenendo in vita una "guerra fredda" che tenne il mondo sull'orlo di un ulteriore e definitivo conflitto. Vinse la democrazia, che, però, portò con sé gli eccessi del capitalismo liberista destinato a scontrarsi con le crisi economiche che avrebbe provocato, per l'avidità di pochi contro i bisogni della stragrande maggioranza della popolazione mondiale, stratificando una realtà difficile da smontare in nome di un maggior equilibrio dei diritti e dei doveri, dei bisogni del necessario contro gli abusi del superfluo. Questa contraddizione è oggi la causa di continui scontri, che non sono sfociati in una guerra dichiarata, ma si sono limitati a manifestazioni localizzate tenute sotto controllo con un esercizio sproporzionato di violenza repressiva. Oggi, sul pianeta Terra, il 2% della popolazione mondiale, possiede il 50% della ricchezza globale; la sproporzione è più che evidente e sta alla base delle attuali nubi tempestose che minacciano tempeste di violenza.

I popoli della fame, pur ricchissimi di materie prime (petrolio e gas in primis), si ritrovano aggrediti senza difesa, derubati anche dai loro stessi governanti che hanno fatto combutta con le lobby occidentali dalle quali hanno presto imparato la logica del liberismo capitalista.

La parola "PACE" ha perso così ogni significato, dovendo subire il primato di un terrorismo bilaterale che manca di velleità di conquista, ma mira a terrorizzare le popolazioni per tenerle sottomesse al potere del più forte. Per giustificare le aggressioni il potere occidentale definisce il proprio terrorismo "difesa preventiva", mentre definisce terrorismo la reazione alle violenze subite.

Ma necessita una più articolata motivazione, così si trova nell'Islam il nemico da combattere, attribuendo ad una religione caratteristiche che non ha, sollecitando anche le esasperazioni che vengono identificate come "fondamentalismo".

Si finisce con l'ascoltare un manipolo di estremisti che si elevano ad interpreti del Corano e, in nome del Libro Sacro, realizzano una contro-crociata contro l'Occidente, che le crociate le ha fatte veramente.

Poiché non sarebbe giustificabile lo spargimento del terrore in nome di rivendicazioni economiche e di conquista di materie prime e manodopera a basso costo, allora si attribuisce lo stato di pericolo ad una pretestuosa "guerra santa" unilateralmente voluta dal mondo arabo, al quale viene dichiarata una guerra preventiva, attraverso una difesa esterna ai confini che sarebbero minacciati; praticamente la certezza di una guerra per scongiurare l'ipotesi di una guerra, senza nemmeno tentare la via politica e diplomatica.

Si verifica anche una lettura di comodo del Corano, attribuendo frasi estrapolate arbitrariamente dal testo, quali valori dettati dal libro sacro che sarebbe inneggiante alla violenza nel nome di Dio.

Ovviamente viene trascurata tutta quella parte del Corano che esalta la Pace, proprio quella Pace che è inserita nell'usuale saluto arabo âlSalâm âleikum, la pace sia con voi.

E, dice il Corano (36ª58): La parola di Dio è "Pace". I cattolici hanno la bellissima frase "Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis". "Pace agli uomini di buona volontà" è un concetto che si legge anche nel Corano, Corano in cui la parola "pace" è citata trentacinque volte.

Dice il Corano:
(10ª25) Dio chiama al soggiorno della Pace, e dirige chi Egli vuole sulla via diritta.
(15ª46) Entrate [in Paradiso] in pace e con sicurezza.
(16ª32) Le persone che sono buone vengono chiamate dagli angeli, che dicono loro: "La Pace sia con voi; entrate in Paradiso, come ricompensa delle vostre azioni".

La pace è anche la qualità dei maggiori profeti.
Si legge infatti nel Corano:
(20ª47) [Gli angeli dissero a Mosè:] "Pace su chiunque segue una giusta Via".
(19ª15) Di Gesù il Corano dice: La pace su di lui il giorno in cui nacque, il giorno in cui morirà, e il giorno in cui verrà resuscitato vivo.
(19ª33) E ancora nel Corano Gesù stesso ripete: La pace su di me il giorno in cui io nacqui, il giorno in cui morirò e il giorno in cui sarò resuscitato vivo.

Vediamo ora l'attualizzazione della pace fra le varie comunità del mondo, ossia fra i diversi gruppi etnici e religiosi della terra.

Dice il Corano:
(11ª118) Se il Signore avesse voluto, avrebbe fatto delle genti una sola comunità.
(16ª93) Se Dio avesse voluto, certo, avrebbe dato a voi una comunità (una religione) unica.

La varietà di comunità serve dunque, sempre come dice il Corano, perché esse si confrontino reciprocamente, concorrano l'una l'altra nel bene, e nessuna prevarichi su altre.

Jalâl âlDîn Rûmî (il san Francesco dei Sufi, 1207-1273) scrisse:

"Le vie sono diverse, la meta è unica. Non sai che molte vie conducono a una sola meta? La meta non appartiene né alla miscredenza né alla fede; lì non sussiste contraddizione alcuna. Quando la gente vi giunge, le dispute e le controversie che sorsero durante il cammino si appianano; e chi si diceva l'un l'altro durante la strada "tu sei un empio" dimentica allora il litigio, poiché la meta è unica".

Questo non è "superamento" della religione, ma "rispetto" d'ogni religione, come insegna lo stesso Corano, e la chiave di volta è il dialogo. Il dialogo ha come scopo la scoperta dei valori comuni e il rispetto dei valori altrui.

di Rosario Amico Roxas