"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

venerdì 20 novembre 2015

LA NINNA NANNA DE LA GUERRA

Trilussa

LA NINNA NANNA DE LA GUERRA

(1914)

 Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili
Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Chè quer covo d'assassini

che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

lunedì 16 novembre 2015

Chi sono gli aderenti all'ISIS?

Per combattere un nemico evanescente, ma deciso, non bastano le parole roboanti e le minacce, che svaniscono nel nulla se non si conosce a fondo la natura più intima del nemico.

Identificare l'ISIS come "Stato islamico" e coinvolgere l'intero Islam nell'identificazione terroristica, peggiora le condizioni di difesa favorendo la tecnica aggressiva che usa come paravento la religione islamica; l'Islam moderato dovrebbe essere l'alleato privilegiato per combattere tali estremismi.

Conoscere il nemico da combattere diventa imperativo, perché si tratta di un nemico del quale si ignora tutto, tranne gli effetti disastrosi che è in grado di promuovere.

Cominciamo con il dire che non si tratta di uno Stato Islamico e che non si tratta di gruppi isolati, occasionalmente uniti. Non si tratta di Stato Islamico perché non sono islamici e la loro Costituzione non è "Il Corano" in quanto sono ben lontani dal seguirne i precetti, come:

"Ad ogni comunità abbiamo indicato un culto da osservare. E non polemizzino con te in proposito."
Corano Sura XXII Al Hajj (Il Pellegrinaggio 67-32)

Versetto che invita alla tolleranza dei riti delle altre comunità religiose.

Stante la loro collocazione geopolitica, possiamo dedurre che si tratta di Hashashin, termine che fa riferimento ad una delle più antiche sette religiose sorte nel MedioEvo, come interpretazione distorta dell'Islam Coranico; dalla loro identificazione scaturisce il termine "Assassini", perché dediti ad omicidi efferati. Il termine significa "Consumatori di hashish", droga devastante che si ottiene dalla canapa indiana.

Setta fondata dall'emiro Isma'il ibu Gia'far, infatti la loro prima identificazione li chiama Isma'iliti, da non confondere con Ismaeliti, che identifica tutto il mondo arabo-semita, discendente da Ismaele, figlio di Abramo e della schiava Agar.

Ciò che si ignora è la struttura interna di tale setta, che si tramanda dal tempo delle crociate; come ogni setta ha un capo assoluto, Djebal, o Gran Maestro, meglio conosciuto come “Il Veglio della Montagna”, con prerogative di Monarca assoluto; ruolo adesso ricoperto da Abu Bakr al-Baghdadi.

La setta nacque durante le Crociate e lo scopo era lo stesso degli Ordini dei Cavalieri occidentali: difendere il Santo Sepolcro; dai Cristiani, però. Quindi la loro origine non è lontana dai capisaldi delle Sacre Scritture, con la venerazione di Abramo, la loro discendenza dal figlio di Abramo Ismaele, la difesa del Santo Sepolcro minacciato dalle crociate, con particolare riferimento all’ordine cavalleresco dei Teutonici dai quali appresero la gerarchia interna composta da Gran Maestro, Grande Priore, Priore, frate, scudiero, che in arabo diventa Djebal, Sheik, Daiikebir, dais.

Fu Federico II ad avere maggiori rapporti con gli Ismailiti, già diventati Hashashin, quando si decise a fare la Crociata che il Pontefice gli ordinava; mantenne con loro rapporti diplomatici e permise loro di praticare la loro religione a Gerusalemme, città della quale Federico si era proclamato imperatore.

La setta fu sempre selettiva nell'accettazione di nuovi adepti, che dovevano praticare la più assoluta dedizione al "Veglio"; ai giovani, una volta entrati a farne parte, non era più consentito uscirne.

Gli storici hanno sempre condiviso l'idea che alla base della fedeltà al "Veglio", ci  fosse l'uso e l'abuso di sostanze come l'hashish, che schiavizza i seguaci, rendendoli sempre più dipendenti dal Gran Maestro.

Il momento storico che li rese famosi è legato al sultano (Djebal), Aloylin, una figura inquietante, dispotica, sadica e crudele.
La storia ci dice  che, per legare sempre più a sé i giovani adepti, egli ricorresse ad un espediente profondamente ingannevole. Li drogava con hashish e li faceva vivere per qualche giorno in un luogo di delizie ed incanti, serviti e riveriti da belle fanciulle pronte ad assecondarli in ogni richiesta. Passato l’'effetto della droga, i giovani credevano davvero di essere stati in Paradiso, finendo in tal modo di cadere completamente in balia dell'infido Gran Maestro.
Annullata ogni loro volontà e personalità, i giovani adepti erano pronti ad eseguire qualunque ordine del Sultano, per tornare in quel "Paradiso".
Perfino uccidere o uccidersi.
La tradizione conferma che il sultano (Djebal), per dimostrare ai suoi ospiti occidentali la fedeltà dei suoi guerrieri, offriva loro uno spettacolo agghiacciante: ordinava ad alcuni di loro di gettarsi giù dall'alto della fortezza  e sfracellarsi sulle rocce sottostanti.
Ordine che i giovani eseguivano con grida di gioia, convinti di “tornare” in quel Paradiso che avevano conosciuto sotto l’'effetto della droga.

Tale metodo si ripete anche oggi, perché solo drogati, svuotati di una propria volontà, possono accettare di sacrificarsi, uccidendo e suicidandosi.

Come con tutte le organizzazioni criminali, per riuscire nell'intento di smascherare questi terroristi, si dovrebbe inseguire la via del denaro e della droga, degli scambi con denaro contro petrolio di contrabbando, acquistato da petrolieri senza scrupoli, nonché lo scambio tra droga e armi, gestito dalle mafie che lucrano sia con le armi che con i pani di droga ottenuti in cambio.

Rosario Amico Roxas

martedì 10 novembre 2015

Due storie di ordinario degrado

Soranzo si rivolge al vescovo per risolvere il nodo ex seminario

Da "Il Mattino di Padova" di Martedì 10 Novembre 2015
 
SELVAZZANO Il sindaco di Selvazzano Enoch Soranzo chiede un incontro urgente al neo vescovo della Diocesi di Padova, don Claudio Cipolla, per discutere dei problemi dell’ex Seminario di Tencarola. In primis le pendenze economiche relative alle imposte (Ici e Imu per circa 2,5 milioni di euro) che secondo il primo cittadino la Curia padovana deve da anni al Comune di Selvazzano. In seconda battuta il problema della sicurezza all’interno del complesso in stato di abbandono, che continua a mantenere viva la preoccupazione dei cittadini di Tencarola e San Domenico (l’ultimo allarme incendio è scattato domenica mattina). Ma non solo questo. «Circola sul web la notizia che ci sarebbero degli operatori che organizzano visite guidate in luoghi in stato di abbandono e, tra questi, c’è anche l’ex seminario di via Monte Grappa», afferma Soranzo «Questa scoperta mi ha fatto davvero arrabbiare e voglio sapere dal vescovo se ne sa qualcosa, visto che sul sito di questa organizzazione sono state postate delle foto che testimoniano che sono entrati nella struttura. Ma come, al Comune e alle forze di polizia è stato categoricamente vietato di accedere senza previo consenso della proprietà e poi scopro che altri si sono introdotti senza alcun problema?». Nella missiva inviata nelle ultime ore in Curia, Soranzo chiede al vescovo un incontro urgente al fine di definire una volta per tutte una questione, quella della sicurezza all’interno del sito, che si protrae da anni e che ultimamente è stata motivo di frizioni e polemiche tra i rappresentati dell’Ente Seminario e i consiglieri comunali, soprattutto di maggioranza, che sollecitano l’ente religioso a fare la propria parte. «Recentemente, come presidente della Provincia ho avuto modo di conoscere sua eminenza il Vescovo e mi ha fatto un’ottima impressione», aggiunge il sindaco «Ho apprezzato il modo con cui affronta i problemi. Confido che don Cipolla ci sia di aiuto per venire a capo di una vicenda che ai selvazzanesi sta molto a cuore». Il sito in cui il blogger ha inserito anche l’ex seminario di Tencarola tra i luoghi in stato di abbandono è: sbilanciamento.blogspot.it. Vengono indicate vecchie ville, ex discoteche e monumenti in stato di degrado. In alcuni casi queste strutture, spesso con i muri tappezzati dai writers di scritte e disegni, sono state utilizzate come backstage per servizi fotografici.

Gianni Biasetto
 

«La scuola materna Angela Breda rischia di chiudere»

Da "Il Mattino di Padova" di Martedì 10 Novembre 2015
 
PONTE DI BRENTA La scuola materna Angela Breda, a Ponte di Brenta, secondo i genitori dei bimbi rischia di chiudere. Genitori che sono amareggiati e arrabbiati. Prima tante promesse da parte del Comune, soprattutto un finanziamento di 150 mila euro messo a disposizione dalla Fondazione Cariparo, finalmente la gestione di Spes ma ad oggi siamo al punto di partenza. Dopo il terremoto del 2012 che ha reso inagibile la parte più pregiata, più capiente e più bella, i bambini sono stati trasferiti nell’altra ala, più recente, ma, a dire dei genitori, «costruita male e poco stabile». «I piccoli» spiegano «attualmente sono divisi in tre aule e avrebbero un giardino a disposizione, solo che quando piove, sistematicamente, emerge addirittura la fogna. A quanto abbiamo capito il nodo più difficile da sciogliere è quello della proprietà che non è ancora del Comune perché manca il nulla-osta del commissario regionale, ma il nostro sospetto è che il Comune non voglia intervenire». Intanto, sopravvive solo la scuola materna (con 40 bambini iscritti), mentre il nido ha chiuso perché non c’era abbastanza spazio per accogliere anche i più piccoli. «Il risultato è che i genitori di Ponte di Brenta non sono più attratti dalla Breda», sottolineano i superstiti, «incredibile la non attenzione del Comune visto che proprio in questa parte del rione si è creato un polo scolastico che necessita, per essere completo, solo della materna». Nessuna sorpresa che quest’anno si siano registrate meno iscrizioni dell’anno passato. La stessa Spes sta facendo i salti mortali per continuare a garantire la gestione della scuola, investendo in denaro e lavoro ma, se non parte il finanziamento pubblico, il prossimo gennaio non apriranno nemmeno le iscrizioni.

Elvira Scigliano