"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

giovedì 25 giugno 2015

Petizione ex C&C: a Bruxelles vince il buon senso

La petizione presentata due anni fa a Bruxelles per chiedere la bonifica della ex C&C di Pernumia resterà aperta perché il problema non è risolto.
È questo il risultato della discussione in Commissione Petizioni il 23 giugno, promossa dall’eurodeputata Eleonora Evi del Movimento 5 Stelle, che alcuni mesi fa ha avuto lo scrupolo di chiedere ai comitati un aggiornamento della situazione sul sito inquinato, evitando di fatto la chiusura inopportuna della pratica.

Un delegato del comitato SOS C&C e dell’Associazione LaVespa è infatti intervenuto a Bruxelles per denunciare il permanere della grave situazione, mostrando anche a video le impressionanti immagini della fabbrica dei veleni, ancora con tutte le sue 52.000 tonnellate di rifiuti tossico nocivi, a oltre dieci anni dal sequestro per ecomafia. Oltre all’eurodeputata Eleonora Evi, anche la spagnola Angela Vallina (Gruppo GUE) e la danese Margreta Auken (gruppo VERDI) hanno sostenuto la necessità che la petizione rimanga aperta finchè la questione non sarà completamente risolta.

Sconcertante e deludente è stato invece l’intervento dell’eurodeputata Elisabetta Gardini (gruppo PPE), padovana e membro della Commissione Petizioni, che si è battuta perché la petizione fosse chiusa in quanto a suo avviso è tutto sotto controllo, dimostrando di difendere forse settoriali logiche politiche ma non certo la salute dei cittadini e la salubrità del territorio.

A Bruxelles ha vinto il buonsenso, e ci auguriamo che questa vittoria serva ad accelerare i passi: ad utilizzare il milione e mezzo di euro assegnato dalla Regione Veneto lo scorso dicembre ma non ancora utilizzabile, e a dar vita all’auspicato tavolo tecnico con il Ministero dell’Ambiente per il reperimento di altri fondi. La petizione era stata presentata nel marzo del 2013 con il supporto dell’allora eurodeputato Andrea Zanoni (ora consigliere regionale) e il corredo di 2400 firme di cittadini del territorio.

Le autorità di Bruxelles durante l’inchiesta avevano ricevuto dalle autorità italiane, risposte “tranquillizzanti”, in particolare sul completamento delle analisi e sull’inizio dell’asporto dei rifiuti, tanto da indurre la Commissione a ritenere “risolto” il problema. Invece non c’è proprio nulla da stare tranquilli e quanto dichiarato dalle autorità italiane non corrisponde alla realtà dei fatti: intanto la caratterizzazione dell’area esterna (dove furono sepolti tonnellate di rifiuti senza alcuna precauzione), per la quale sono stanziati 200.000 euro ed esiste già il piano tecnico, non è mai stata effettuata. Inoltre, il primo asporto dei rifiuti, che ci auguriamo inizi presto, dopo la recentissima aggiudicazione della gara d’appalto per 224.000 euro, interesserà una massa di rifiuti stimabile intorno al 3-6%, assolutamente irrisoria se applicata alle 52.000 tonnellate di rifiuti pericolosi ammassati nell'edificio. 

Si può visionare la discussione in commissione al link http://www.europarl.europa.eu/activities/committees/homeCom.do?language=EN&body=PETI 

oppure cercando PETI, 23 giugno, lavori 16,00-18,00.

Altre info sulla ex C&C su: www.comitatososcec.altervista.org - www.lavespa.org

mercoledì 17 giugno 2015

I cittadini a Bruxelles per la ex C&C

Filippo Zodio, in rappresentanza dell'associazione LaVespa e del comitato SOS C&C, si recherà alla Commissione Petizioni a Bruxelles il prossimo 23 giugno per supportare la petizione presentata dai cittadini due anni fa. Sarà accompagnato dall'eurodeputata Eleonora Evi del Movimento 5 Stelle che ha avuto lo scrupolo di chiedere ai cittadini un aggiornamento sulla situazione del sito inquinato di Pernumia, evitando una chiusura affrettata della petizione stessa. Grazie a lei ora i cittadini possono dire alla Commissione europea come stanno effettivamente le cose e chiedere che la pratica rimanga aperta.

La petizione era stata presentata nel marzo del 2013 con il supporto dell’allora eurodeputato Andrea Zanoni (ora consigliere regionale) e il corredo di 2400 firme di cittadini del territorio, per chiedere la bonifica di quest’area inquinata collocata in un contesto fortemente antropizzato e a rischio idrogeologico. Le autorità di Bruxelles hanno svolto la loro inchiesta, ricevendo dalle autorità italiane risposte “tranquillizzanti”, in particolare sul completamento delle analisi e sull’inizio dell’asporto dei rifiuti, tanto da indurre la commissione europea a ritenere “risolto” il problema.

Invece non c’è proprio nulla da stare tranquilli e quanto dichiarato dalle autorità italiane non corrisponde alla realtà dei fatti. Intanto la caratterizzazione dell’area esterna (dove erano stati sepolti tonnellate di rifiuti senza alcuna precauzione), per la quale sono stati stanziati 200.000 euro nel 2007 ed esiste già il piano tecnico, non è mai stata effettuata. Inoltre, il primo asporto dei rifiuti, che ci auguriamo inizi presto, dopo la recentissima aggiudicazione della gara d’appalto per 224.000 euro, interesserà una massa di rifiuti stimabile intorno al 3-6%, assolutamente irrisoria se applicata alle 52.000 tonnellate di rifiuti pericolosi ammassati nell'edificio.
A distanza di oltre 10 anni, gli unici interventi eseguiti con i 500.000 euro assegnati dalla Regione Veneto hanno riguardato la chiusura delle falle di pareti e tetto, che rimangono alquanto precarie.

Il problema della ex C&C è dunque tutt'altro che risolto ed è necessario che le autorità, a tutti i livelli, si impegnino per affrontarlo in modo definitivo.

Si potrà seguire la discussione in commissione in webstream cliccando sul seguente link:

Associazione LaVespa
Comitato SOS C&C 

sabato 6 giugno 2015

La parola di Papa Francesco

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

In questi mercoledì abbiamo riflettuto sulla famiglia e andiamo avanti su questo tema, riflettere sulla famiglia. E da oggi le nostre catechesi si aprono, con la riflessione alla considerazione della vulnerabilità che ha la famiglia, nelle condizioni della vita che la mettono alla prova. La famiglia ha tanti problemi che la mettono alla prova.

Una di queste prove è la povertà. Pensiamo a tante famiglie che popolano le periferie delle megalopoli, ma anche alle zone rurali … Quanta miseria, quanto degrado! E poi, ad aggravare la situazione, in alcuni luoghi arriva anche la guerra. La guerra è sempre una cosa terribile. Essa inoltre colpisce specialmente le popolazioni civili, le famiglie. Davvero la guerra è la “madre di tutte le povertà”, la guerra impoverisce la famiglia, una grande predatrice di vite, di anime, e degli affetti più sacri e più cari.

Nonostante tutto questo, ci sono tante famiglie povere che con dignità cercano di condurre la loro vita quotidiana, spesso confidando apertamente nella benedizione di Dio. Questa lezione, però, non deve giustificare la nostra indifferenza, ma semmai aumentare la nostra vergogna per il fatto che ci sia tanta povertà! E’ quasi un miracolo che, anche nella povertà, la famiglia continui a formarsi, e persino a conservare – come può – la speciale umanità dei suoi legami. Il fatto irrita quei pianificatori del benessere che considerano gli affetti, la generazione, i legami famigliari, come una variabile secondaria della qualità della vita. Non capiscono niente! Invece, noi dovremmo inginocchiarci davanti a queste famiglie, che sono una vera scuola di umanità che salva le società dalla barbarie.

Che cosa ci rimane, infatti, se cediamo al ricatto di Cesare e Mammona, della violenza e del denaro, e rinunciamo anche agli affetti famigliari? Una nuova etica civile arriverà soltanto quando i responsabili della vita pubblica riorganizzeranno il legame sociale a partire dalla lotta alla spirale perversa tra famiglia e povertà, che ci porta nel baratro.

L’economia odierna si è spesso specializzata nel godimento del benessere individuale, ma pratica largamente lo sfruttamento dei legami famigliari. E’ una contraddizione grave, questa! L’immenso lavoro della famiglia non è quotato nei bilanci, naturalmente! Infatti l’economia e la politica sono avare di riconoscimenti a tale riguardo. Eppure, la formazione interiore della persona e la circolazione sociale degli affetti hanno proprio lì il loro pilastro. Se lo togli, viene giù tutto.

Non è solo questione di pane. Parliamo di lavoro, parliamo di istruzione, parliamo di sanità. E’ importante capire bene questo. Rimaniamo sempre molto commossi quando vediamo le immagini di bambini denutriti e malati che ci vengono mostrate in tante parti del mondo. Nello stesso tempo, ci commuove anche molto lo sguardo sfavillante di molti bambini, privi di tutto, che stanno in scuole fatte di niente, quando mostrano con orgoglio la loro matita e il loro quaderno. E come guardano con amore il loro maestro o la loro maestra! Davvero i bambini lo sanno che l’uomo non vive di solo pane! Anche l’affetto famigliare; quando c’è la miseria i bambini soffrono, perché loro vogliono l’amore, i legami famigliari.

Noi cristiani dovremmo essere sempre più vicini alle famiglie che la povertà mette alla prova. Ma pensate, tutti voi conoscete qualcuno: papà senza lavoro, mamma senza lavoro … e la famiglia soffre, i legami si indeboliscono. E’ brutto questo. In effetti, la miseria sociale colpisce la famiglia e a volte la distrugge. La mancanza o la perdita del lavoro, o la sua forte precarietà, incidono pesantemente sulla vita familiare, mettendo a dura prova le relazioni. Le condizioni di vita nei quartieri più disagiati, con i problemi abitativi e dei trasporti, come pure la riduzione dei servizi sociali, sanitari e scolastici, causano ulteriori difficoltà.  A questi fattori materiali si aggiunge il danno causato alla famiglia da pseudo-modelli, diffusi dai mass-media basati sul consumismo e il culto dell’apparire, che influenzano i ceti sociali più poveri e incrementano la disgregazione dei legami familiari. Curare le famiglie, curare l’affetto, quando la miseria mette la famiglia alla prova!

La Chiesa è madre, e non deve dimenticare questo dramma dei suoi figli. Anch’essa dev’essere povera, per diventare feconda e rispondere a tanta miseria. Una Chiesa povera è una Chiesa che pratica una volontaria semplicità nella propria vita – nelle sue stesse istituzioni, nello stile di vita dei suoi membri – per abbattere ogni muro di separazione, soprattutto dai poveri.

Ci vogliono la preghiera e l’azione. Preghiamo intensamente il Signore, che ci scuota, per rendere le nostre famiglie cristiane protagoniste di questa rivoluzione della prossimità famigliare, che ora ci è così necessaria! Di essa, di questa prossimità famigliare, fin dall’inizio, è fatta la Chiesa. E non dimentichiamo che il giudizio dei bisognosi, dei piccoli e dei poveri anticipa il giudizio di Dio (Mt 25,31-46). Non dimentichiamo questo e facciamo tutto quello che noi possiamo per aiutare le famiglie ad andare avanti nella prova della povertà e della miseria che colpiscono gli affetti, i legami famigliari. Io vorrei leggere un’altra volta il testo della Bibbia che abbiamo ascoltato all’inizio e ognuno di noi pensi alle famiglie che sono provate dalla miseria e dalla povertà, la Bibbia dice così: «Figlio, non rifiutare al povero il necessario per la vita, non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi. Non rattristare chi ha fame, non esasperare chi è in difficoltà. Non turbare un cuore già esasperato, non negare un dono al bisognoso. Non respingere la supplica del povero, non distogliere lo sguardo dall’indigente. Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo, non dare a lui l’occasione di maledirti» (Sir 4,1-5a). Perché questo sarà quello che farà il Signore - lo dice nel Vangelo - se non facciamo queste cose.