"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

lunedì 30 gennaio 2012

Prossimo incontro "io decido": mercoledì 1 febbraio 2012

Il gruppo di iniziativa democratica io decido X Albignasego si ritrova

mercoledì 1 febbraio
alle ore 20:30
presso il Centro Annalena Tonelli
a Mandriola di Albignasego 

Punti all'ordine del giorno:

  1. Pomeriggi in fattoria, a cura di Sabrina
  2. Quorum Zero e Più Democrazia, a cura di Nicola
  3. Acqua bene comune, a cura di Rossella
  4. Mercatino Equo e Solidale, a cura di Lorenzo
  5. Statuto della Pro Loco, a cura di Giuseppe
  6. Open Source Ecology (OSE), a cura di Remo
  7. Il ciclo del denaro, a cura di Enrico

Vi aspettiamo numerosissimi! Trascinate con voi parenti, amici e conoscenti ...

A proposito del Piano Regolatore Comunale

Immaginiamo che la cittadinanza fosse chiamata, attraverso gli strumenti della Democrazia Diretta quali il referendum deliberativo o la proposta di legge popolare, a decidere della bontà del PRC licenziato dal Consiglio comunale ... ci potrebbe ancora capitare, passeggiando nel nostro quartiere, di dover gettare gli occhi su uno spettacolo siffatto?


o, piuttosto, ci aspetteremmo di vederne uno completamente diverso?

Che sarà di questa casetta rurale tra qualche anno o tra qualche mese?

E' vero che la cittadinanza, presa nel suo insieme, è, a dir poco, incompetente in merito all'urbanistica, essendo la maggior parte di noi incapace di veder chiaro oltre l'uscio di casa.

Ma proviamo ad immaginare il caso, non impossibile da realizzare, che ci fossero date tutte le informazioni necessarie per valutare correttamente quali siano le scelte migliori per preservare i beni comuni del territorio, cioè i beni architettonici, le zone agricole, le zone umide, i fossi e i boschetti.

E come sarebbe possibile, direte voi?

Mediante assemblee pubbliche, a mezzo stampa, sul sito del Comune, presso le scuole e le parrocchie e tutti gli altri mezzi di comunicazione che la tecnologia oggi mette a disposizione, con questo garantendo coi fatti l'accesso ai dati, la conoscenza del merito delle questioni e il diritto di parola a tutti.

Saremmo in grado, tutti insieme, di prendere una decisione accettabile?

Noi crediamo di sì.
Certo, questo processo richiederebbe l'impiego di tempo e risorse, necessiterebbe di impegno e fatica, personale e collettiva.

Ma se fossimo intimamente convinti che da questo processo ne derivasse un maggior benessere per tutti, chi avrebbe il coraggio di affermare che sarebbe una via sbagliata, che sarebbe uno spreco?

Pensiamo invece cosa significa, oggidì, affidare i beni comuni alla decisione di un Consiglio comunale dove siedono una ventina di persone che, nella migliore delle ipotesi, rappresentano interessi di parte, cioè sindacati, associazioni e comitati vari, lobby del commercio e dell'industria, portatori di interessi immobiliari, il tutto condito con formazioni politiche che si definiscono "partiti" (appunto organizzazioni "di parte") ... pensiamo davvero che questa miscellanea di potentati offra garanzie di imparzialità, di efficienza, di autorevolezza?

E non dimentichiamo che molti Consigli comunali, a causa del processo elettorale maggioritario che ha portato alla loro costituzione, rimangono ostaggio del Sindaco e della sua maggioranza e non hanno più alcuna possibilità di intervenire sulle delibere della Giunta comunale da lui presieduta, visto che si compone di assessori da lui nominati e, alla bisogna, revocabili.

Per cui, spesso e volentieri, ci si ritrova con un uomo solo al comando!

Bella democrazia, davvero ... delegare sui beni comuni non giova più a nessuno, qui ci vuole una bella PRESA DIRETTA ...

Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia

Il percorso che ha impegnato, per 9 lunghi mesi, un manipolo di coraggiosi nella compilazione della proposta di legge costituzionale volta all'introduzione degli strumenti della Democrazia Diretta nell'ordinamento italiano, è finalmente giunto ad un primo, ragguardevole, risultato.

Potete leggere qui di seguito le 20 pagine comprensive della presentazione dell'Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia e del testo del Disegno di Legge Costituzionale:

Testo finale

Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno impiegato, del tutto volontariamente e gratuitamente, tempo e risorse, sottraendoli agli impegni familiari, lavorativi e perfino al riposo serale. E un particolare plauso va a Paolo Michelotto, regista sempre puntuale, attivo e disponibile.

Adesso inizia forse la parte più impegnativa del viaggio: parte l'assalto alla vetta che nessuno è fino ad oggi riuscito a conquistare nel nostro paese, quella dell'autodeterminazione del popolo sovrano.

Autodeterminazione che è teoricamente sancita fin dal primo articolo della Costituzione Repubblicana, ma che, a causa di motivazioni storiche, sociali ed ambientali, non è mai stato possibile mettere in pratica.

Oggi, probabilmente, molti vincoli sono indeboliti, parecchi lacci e lacciuoli sono caduti, in forza dell'opera portata avanti negli anni dalle forze democratiche popolari, sempre presenti nel nostro territorio, forze che non hanno mai cessato di lavorare ai fianchi il corpaccio della politica dei benpensanti e dei faccendieri.

Oggi, forse, è giunta l'ora del riscatto della politica democratica, quella politica che viene costruita dal basso giorno per giorno, a partire dall'impegno dei cittadini responsabili verso i beni comuni, che sono la maggior parte.

Perché abbiamo scelto proprio gli strumenti della Democrazia Diretta per dare più potere al popolo?

Perché siamo convinti, oggi più di ieri, che la decisione presa da un popolo informato e responsabile è la migliore possibile, basta citare la drammatica scelta tra il dichiarare la guerra e il praticare la pace.

Oggi, in forza delle conquiste sociali e del progresso tecnico acquisito, abbiamo la reale possibilità di formare un popolo responsabile, che conosce i fatti e sceglie consapevolmente il proprio destino.

E' innegabile: 10 milioni di teste scelgono, in media, meglio di 10, o di una sola!

Se poi si sentono un popolo, ovvero sperimentano legami sociali liberanti, vivono in comunità aperte e solidali e sanno esprimere un'idea collettiva e condivisa ... di cosa potrebbero essere capaci?
Dio solo lo sa!

Per ulteriori informazioni sulle prossime tappe della campagna consultate:

Iniziativa Quorum Zero e Più Democrazia; il testo finale e prossimi passi

sabato 28 gennaio 2012

Dividendi per gli azionisti di AcegasAps

Nell'ultimo numero del periodico di informazione iServizi, del Gruppo AcegasAps, alla prima pagina troviamo la notizia più interessante:

Distribuiti 102 milioni di dividendi
Dal 2003, anno della fusione tra Acegas e Aps, il Gruppo ha effettuato importanti investimenti per 633 milioni di euro e ha distribuito 102 milioni di euro di dividendi.

iServizi viene distribuito gratuitamente a tutte le famiglie di Albignasego, ed anche presso gli uffici comunali, per cui potete continuare la lettura dell'editoriale, che prosegue in seconda e terza pagina, e conoscere nei dettagli la florida situazione finanziaria della multiutility society.

C'è un dato che dovrebbe farci riflettere: 102 milioni di dividendi versati nei conti correnti degli investitori-azionisti, a fronte di 633 milioni di euro di investimenti, sono un bel rendimento. Facendo base su una resa complessiva di 633+102=735 milioni di euro, si tratta di quasi il 14% di rendimento del capitale investito. Non male, ci sono campi dove si riesce a strappare rendimenti più alti di questi? Forse solo nella finanza speculativa ad alto rischio (e nei traffici illegali).

E questo dato ci fa effettivamente riflettere. Denuncia una verità di fatto: negli ultimi 8 anni, 102 milioni di euro sono stati prelevati dai conti correnti dei cittadini-utenti padovani e triestini, attraverso le bollette del gas, del servizio idrico (acqua pubblica), dell'energia elettrica, dell'asporto rifiuti, perfino dai biglietti e dagli abbonamenti del trasporto pubblico, e accreditati sui conti correnti di altri, qui non meglio identificati, soggetti finanziari.

Chi se ne intende a questo punto domanderà: nei 633 milioni di investimenti sono conteggiate le imposte sul reddito, che viaggiano intorno al 50%?
In effetti non siamo in grado di stabilirlo con i soli dati diffusi da iServizi, nè conosciamo la quota di spese correnti della società, nè il grado di indebitamento e chissà cos'altro.

Quello che ci premeva qui rilevare è quello che la stessa AcegasAps presenta come un fatto certo e un dato incontestabile:

102 milioni di euro in 8 anni sono migrati dalle tasche dei cittadini alle tasche degli investitori (anche istituzionali).

Potevano essere 102 milioni di euro che rimanevano alla comunità locale, sotto forma di ulteriori investimenti, ad esempio:

- sgravi fiscali e tariffari per le famiglie numerose,
- tariffe agevolate per il trasporto pubblico e per il servizio idrico,
- interventi per la salvaguardia idraulica del territorio,
- interventi per l'abbattimento dell'inquinamento atmosferico,
- interventi per la bonifica delle aree industriali dismesse ...

Non sappiamo, nè mai sapremo, come questi 102 milioni di euro sono stati impiegati, ma è assai probabile che buona parte sia stata investita in attività o in fondi che nulla hanno a che vedere con i servizi pubblici locali.

Questo è quanto, questo è tutto.

Ecco cosa c'era dietro le quinte della campagna per l'acqua pubblica bene comune.

E cosa si muove dietro le quinte del Governo Monti?

Chi controlla la finanza oggi decide i governi, e governa le decisioni, dell'Italia, dell'Europa e del mondo. Alla fine di un felice ciclo di sviluppo economico potremmo realmente ritrovarci alla canna del gas. Non abbassiamo la guardia.

mercoledì 25 gennaio 2012

Crisi della Democrazia

“Il funzionamento efficace di un sistema democratico necessita di un livello di apatia da parte di individui e gruppi. In passato (prima degli anni’60, nda) ogni società democratica ha avuto una popolazione di dimensioni variabili che stava ai margini, che non partecipava alla politica. Ciò è intrinsecamente anti-democratico, ma è stato anche uno dei fattori che ha permesso alla democrazia di funzionare bene”. (Samuel P. Huntington, The crisis of Democracy, Trilateral Commission 1975)

Ed è proprio questa l'apatia che fu indotta sulle masse dell’Occidente, per mezzo di una operazione massmediatica enorme e dell’esplosione del consumismo, deviandole in tal modo dall’attivismo democratico, drogandole così che non vedessero più i loro reali bisogni e i loro diritti. (Paolo Barnard, Il più grande crimine, 2011)

“Potrà una società che si è così gettata su una eccessiva commercializzazione funzionare ancora come una democrazia deliberativa? Potrà il pubblico ancora trovare e sviluppare la sua voce sovrana? O, viceversa, il suo carattere è stato così profondamente trasformato dai media commerciali da stroncarne per sempre l’abilità di partecipare alla vita pubblica?”(David Bollier, Silent Theft, Routledge 2003)

“La storia del successo della democrazia…sta nell’assimilazione di grosse fette della popolazione all’interno dei valori, atteggiamenti e modelli di consumo della classe media”.Cosa vuol dire? Significa che se si vuole uccidere la democrazia partecipativa dei cittadini mantenendo in vita l’involucro della democrazia funzionale alle elites, bisogna farci diventare tutti consumatori, spettatori, piccoli investitori. L’involucro della democrazia fu salvato, il suo contenuto, cioè noi cittadini partecipativi, fu annientato. (Paolo Barnard, Il più grande crimine, 2011)

“I governi evitino di credere che il progresso che hanno reso possibile per grandi masse di cittadini deve ora essere disfatto perché è scomodo per alcuni. Va evitato di credere che un po’ più di disoccupazione, un po’ meno istruzione, un po’ più di disciplina e un po’ meno libertà di espressione renderanno il mondo un luogo migliore, in cui sarà possibile governare con efficacia. Invero, credo che questo tentativo di riportare indietro il progresso della storia per ricreare lo stato di cose che ci siamo fortunatamente lasciati alle spalle è in molti aspetti incivile, davvero primitivo”. (Ralf Dahrendorf, in appendice a The crisis of Democracy, 1975)

venerdì 20 gennaio 2012

Due parole a Pisapia, di Emilio Molinari

Riceviamo direttamente da Emilio Molinari copia di un suo articolo pubblicato sull'Unità del 18 gennaio scorso.

Per visualizzarlo cliccate qui sotto:

Perché sono contro la multiutility del Nord

mercoledì 18 gennaio 2012

Creare bellezza/e

E' il secondo atto del Convegno

Tra creatività e interpretazione
Esplorazioni nella rete di relazioni generate da un’opera artistica

Il laboratorio Creare bellezza/e si terrà da venerdì 3 a sabato 5 febbraio a Padova. 48 ore di full immersion nelle scienze musicali, pedagogiche, sociologiche, filosofiche e teologiche, presi per mano da valenti esperti delle varie discipline posti in relazione di reciprocità creativa.

Il progetto è nato lo scorso anno da comuni interessi di ricerca di alcuni docenti del Conservatorio di Trento, dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, dell’Università di Padova e dell’Università di Trento, con lo scopo di studiare la rete di relazioni di cui un’opera artistica, e musicale in particolare, è luogo e causa, relazioni generate in ogni atto creativo ed interpretativo.

Il primo atto si è compiuto nell'aprile 2011 presso l'Istituto Universitario Sophia.

I lavori hanno consolidato fortemente negli organizzatori e nei partecipanti l’ipotesi di partenza: la convinzione dello statuto relazionale di ogni verità e di ogni bellezza. Ecco dunque un altro motivo del plurale “bellezze”: molte sono le definizioni, le concezioni, molti sono i vissuti della bellezza, molti gli approcci scientifici e artistici; tutti possono trovare pieno significato e compimento se sanno mettersi “in relazione con”.

Segnaliamo in particolare, presso la Sala polivalente del Centro culturale Altinate - S.Gaetano, in Via Altinate 71

Venerdì 3 febbraio

ore 21.00 Creare Bellezza/e: Un teologo, un filosofo e una musicista in dialogo
Piero Coda, Massimo Donà e Emilia Fadini
Serata aperta alla città

Sabato 4 febbraio

ore 11.30 Creatività e società: creare comunità - spazi e ruolo della creatività nel sociale
Tiziano Vecchiato: Il punto di vista del sociologo
Jania Sarno: Il punto di vista dell’etnomusicologo

Domenica 5 febbraio

ore 9.30 Creatività “tra” culture: l’altro ti dà identità
a cura di Giuseppe Milan
• progetto “Fratelli d’Italia”
• musiche “tra”, con Corrado Bungaro ed Helmi Mhadhbi

“Chi suona uno strumento non imbraccia un’arma” – Pratica musicale e società in America Latina a cura di Julian Lombana

Qui potete scaricare la brochure con il programma completo:

Convegno "Creatività e bellezza" a Padova

lunedì 16 gennaio 2012

Lettera di Padre Alex Zanotelli

TRADIMENTO MONTI

Era il 13 giugno, esattamente 7 mesi fa, quando 26 milioni di italiani/e sancivano l’acqua bene comune: ”Ubriachi eravamo di gioia … le spalle cariche dei propri covoni! (Salmo,126)
E oggi, 13 gennaio ritorniamo a “seminare nel pianto ...” (Salmo,126) perché il governo Monti vuole privatizzare la Madre.
Sapevamo che il governo Monti era un governo di banche e banchieri, ma mai, mai ci saremmo aspettati che un governo, cosiddetto tecnico, osasse di nuovo mettere le mani sull’acqua, la Madre di tutta la vita sul pianeta.
E’ quanto emerge oramai con chiarezza dalla fase 2 dell’attuale governo, che impone le liberalizzazioni in tutti i settori. Infatti le dichiarazioni di ministri e sottosegretari, in questi ultimi giorni, sembrano indicare che quella è la strada anche per l’acqua.
Iniziando con le affermazioni di A. Catricalà, sottosegretario alla Presidenza, che ha detto che l’acqua è uno dei settori da aprire al mercato.
E C. Passera, ministro all’economia, ha affermato:
”Il referendum ha fatto saltare il meccanismo che rende obbligatoria la cessione ai privati del servizio di gestione dell’acqua, ma non ha mai impedito in sé la liberalizzazione del settore.”
E ancora più spudoratamente il sottosegretario all’economia G. Polillo ha rincarato la dose:
“Il referendum sull’acqua è stato un mezzo imbroglio. Sia chiaro che l’acqua è e rimane un bene pubblico. E’ il servizio di distribuzione che va liberalizzato.”
E non meno clamorosa è l’affermazione del ministro dell’ambiente C. Clini:
“Il costo dell’acqua oggi in Italia non corrisponde al servizio reso ... La gestione dell’acqua come risorsa pubblica deve corrispondere alla valorizzazione del contenuto economico della gestione.”
Forse tutte queste dichiarazioni preannunciavano il decreto del governo (che sarà votato il 19 gennaio) che all’art. 20 afferma che il servizio idrico - considerato servizio di interesse economico generale - potrebbe essere gestito solo tramite gara o da società per azioni, eliminando così la gestione pubblica del servizio idrico. Per dirla ancora più semplicemente, si vuole eliminare l’esperienza che ha iniziato il Comune di Napoli che ha trasformato la società per azioni a totale capitale pubblico (ARIN) in ABC (Acqua Bene Comune-Ente di diritto pubblico).
E’ il tradimento totale del referendum che prevedeva la gestione pubblica dell’acqua senza scopo di lucro. E’ il tradimento del governo dei professori. E’ il tradimento della democrazia.
Per i potentati economico-finanziari italiani l’acqua è un boccone troppo ghiotto da farselo sfuggire. Per le grandi multinazionali europee dell’acqua (Veolia, Suez, Coca-Cola …) che da Bruxelles spingono il governo Monti verso la privatizzazione, temono e tremano per la nostra vittoria referendaria, soprattutto il contagio in Europa.
“Un potere immorale e mafioso – ha giustamente scritto Roberto Lessio, nel suo libro All’ombra dell’acqua - si sta impossessando dell’acqua del pianeta. E’ in corso l’ultima guerra per il possesso finale dell’ultima merce: l’acqua. Per i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello dell’accesso all’acqua è il più criminale. Perché è il più disonesto, il più sporco, il più pericoloso per l’esistenza umana.”
Per questo dobbiamo reagire tutti con forza a tutti i livelli, mobilitandoci per difendere l’esito referendario, ben sapendo che è in gioco anche la nostra democrazia.
Chiediamo al più presto una mobilitazione nazionale, da tenersi a Roma perché questo governo ascolti la voce di quei milioni di italiani/e che hanno votato perché l’acqua resti pubblica.
Chiediamo altresì che il governo Monti riceva il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, ciò che ci è stato negato finora.
Rilanciamo con forza la campagna di “obbedienza al referendum” per trasformare le Spa in Ente di diritto pubblico (disobbedendo così al governo Monti).
Sollecitiamo i Comuni a manifestare la propria disobbedienza alla privatizzazione dell’acqua con striscioni e bandiere dell’acqua.
E infine ai 26 milioni di cittadini/e di manifestare il proprio dissenso esponendo  dal proprio balcone uno striscione con la scritta:

”Giù le mani dall’acqua”!

In piedi, popolo dell’acqua!
Ce l’abbiamo fatta con il referendum, ce la faremo anche adesso!
E di nuovo la nostra bocca esploderà di gioia (Salmo,126)

                                                      Alex Zanotelli

Napoli, 13 gennaio 2012

GIÙ LE MANI DALL’ACQUA E DALLA DEMOCRAZIA!

Come tutti ricordano, la partecipazione della maggioranza assoluta dei cittadini italiani (26 milioni di elettori) all'ultima consultazione popolare, celebratasi attraverso referendum lo scorso 12 e 13 giugno 2011, ha decretato, tra il resto, che l’acqua non è una merce, ma un bene comune che appartiene a tutti gli esseri viventi e a nessuno in maniera esclusiva, e tanto meno può essere affidata in gestione al mercato.
Le recenti ricerche nel campo della sociologia e dell'antropologia confermano che i beni comuni sono l’humus del legame sociale fra le persone e non possono diventare merci per la speculazione finanziaria. Il libero mercato non può sostituirsi "in toto" alla società, perché, seppur necessario, ne è una componente tra le tante. E l'economia rimane florida solo quando attinge con modalità eque e sostenibili ai beni comuni, tra i quali, oltre all'acqua, dobbiamo annoverare le risorse energetiche, alimentari, culturali e, in senso più lato, il territorio, sia esso fortemente antropizzato (com'è il caso dell'Europa) o ancora vergine (come nel caso dell'Africa).

Questa conquista di civiltà è messa a rischio dalle recenti dichiarazioni d'intenti di diversi esponenti dei governi che hanno sgovernato e attualmente sgovernano l'Italia, la quale, di conseguenza, non naviga in buone acque e prova ad ancorarsi all'Unione Europea (e all'Euro), vista come un porto di stabilità e sicurezza.

Evidentemente questi vecchi esponenti di una vetusta politica, da sempre collusa con i massimi vertici del potere globalizzato e mai solidale con la volontà popolare, hanno la memoria corta.

Gliela possiamo rinfrescare noi!

Invitiamo tutti a sottoscrivere il presente appello in difesa dell'acqua bene comune e della democrazia:

Testo dell'appello e raccolta firme

domenica 15 gennaio 2012

Ma dove vanno i Veneti?

Leggo sui quotidiani locali, sui siti e sui blog, ricevo newsletter dove si dipinge un modello di Veneto alla Zaia che, per gli uni, presenta un volto di successi imprenditoriali, di campioni della veneticità fatti da sé (o, meglio, creati in casa), per gli altri un modello di sfruttamento del territorio che non lascia alcuno spazio ad un futuro sostenibile (tutto cemento ed asfalto).

I veneti agricoltori stanno scomparendo e la loro terra rimarrà solo in forma di asfittici scampoli accerchiati dalle tangenziali, sezionati dai corridoi intermodali, inquinati dal rumore e dai gas di scarico dei TIR.

I veneti poeti ed artisti si estingueranno prima degli agricoltori, perché in breve non rimarrà nulla di bello da raccontare e da rappresentare: le bianche brume invernali, le acque calme e trasparenti dei canali, i fiori primaverili sulle sponde lacustri, i filari degli alberi affianco delle strade poderali, i mulini ad acqua!

Rimarrà Zaia a cavallo, che, al pari de suo predecessore e modello Attila, potrà ripetere: "dove passa il mio cavallo non cresce più l'erba!"

venerdì 13 gennaio 2012

Cosa abbiamo deciso mercoledì 11 gennaio 2012

Proposta di Sabrina.
Lavorare con i bambini e/o i ragazzi per crescerli ed educarli ad uno stile di vita rispettoso della natura, del prossimo, di se stessi. Si può cominciare coll'organizzare le feste di compleanno in strutture aperte al pubblico gratuitamente, come parchi, centri sociali, case delle associazioni, patronati.

Proposta di Remo, che si collega a quella di Sabrina e la sviluppa.
Una giornata ludico-ricreativa per tutti, single e famiglie con bambini e ragazzi.
Da tenersi all'aperto, ad esempio in una corte di campagna o un parco naturale attrezzato, dove si possa fare conoscenza con gli animali domestici ed, eventualmente, con specie selvatiche in libertà.
Periodo: la prossima primavera.
Pranzo o merenda con cibo autoprodotto.
Visita al frutteto e all'orto della fattoria, approccio all'agricoltura biodinamica, conoscenza delle specie vegetali.
Apprendistato di disegno, ad esempio pastelli, acquerello ...
Silvio conosce una fattoria didattica nella zone del Tavello e ci propone di andare in visita là.

Proposta di Lorenzo.
Mercatino locale dei prodotti dell'agricoltura biologica, del km 0, del commercio equo e solidale, delle cooperative sociali e delle aziende a responsabilità sociale ed ambientale. Il gruppo socio ambientale di Maserà ha sviluppato una grande expertise in questo campo, stanno cercando pure di creare un Gruppo di Acquisto Solidale. La proposta è impegnativa, perché richiede di instaurare rapporti amicali e collaborativi con i commercianti locali, cosa non facile, ma viene valutata positivamente da tutti i partecipanti.

Proposta di Enrico (su sollecitazione di Rossella).
Un incontro pubblico dove si riprende a parlare di Acqua Bene Comune: com'è la situazione a valle del risultato referendario? Quale progetto comune per l'acqua? Dove reperire le risorse necessarie per la manutenzione e lo sviluppo delle reti idriche? Quali conseguenze potranno avere i recenti decreti governativi che promuovono un'ulteriore privatizzazione dei servizi locali (trasporti, asporto rifiuti, sanità)? Il Centro Veneto Servizi (CVS), l'azienda pubblica attuale gestore del Servizio Idrico Integrato (SII) per Albignasego, Maserà, Casalserugo, Monselice, Este ... è in grado di fornire questo servizio con competenza ed efficienza?

Proposta di Nicola.
Impegnarsi per migliorare gli strumenti della Democrazia Diretta (DD) in Italia e nel mondo. Aderire al progetto, promosso dal gruppo di partecipazione democratica di Paolo Michelotto e Thomas Benedikter, volto ad introdurre nella Costituzione italiana i moderni strumenti della DD, che sono:
- la proposta di legge popolare a voto popolare,
- l'abolizione del quorum per i referendum popolari,
- i referendum propostivi e consultivi,
- la revoca del mandato degli eletti.
Il lavoro sul testo della proposta di legge è quasi completato, subito dopo partirà la raccolta delle firme per presentare la proposta di legge al parlamento.

Ulteriore proposta di Remo, appena accennata mentre eravamo riuniti, ma sulla quale Remo stesso ha inviato la documentazione qui allegata.
Partecipare al progetto dell'Open Source Ecology (OSE), vedi Open Source Ecology.

Per ogni progetto presentato seguiranno tempistiche e modalità di adesione.

lunedì 9 gennaio 2012

Prossimo incontro "io decido": mercoledì 11 gennaio 2012

Prossimo incontro "io decido":

mercoledì 11 gennaio 2012

ore 20:30


sul fianco destro della Sala Don Milani
a Mandriola di Albignasego.

Stessa località e stesso parcheggio dell'ultimo incontro che si è svolto in dicembre.

Non potete sbagliare, Vi aspettiamo numerosi!

FAVOLA: LA LLORONA

Riceviamo da Sabrina questa favola, con interpretazione moderna.

Ci sono molte interpretazioni di questa favola, io l'ho trovata su "Donne che corrono coi lupi" e su questo libro l'interpretazione è al femminile, però mi ha colpito molto il contenuto, perché è un immagine semplice di cose (terribili) che accadono.
Eccola qua:


LA LLORONA (la piangente)

Un ricco hidalgo corteggia una donna bella ma povera e ne conquista l'amore. Gli dà due figli, ma lui non si degna di prenderla in moglie. Un giorno annuncia che sta per tornare in Spagna, dove sposerà una donna ricca scelta dalla famiglia, e porterà con sé i figli.
La giovane impazzisce e agisce proprio come tutte le pazze urlanti di ogni tempo. Gli graffia la faccia, si graffia la faccia, gli strappa i capelli, si strappa i capelli. Prende i due figlioletti e corre al fiume e li butta nell'acqua. I bambini affogano e la Llorona cade sulla riva nel dolore e nel lutto, e muore.
L'hidalgo torna in Spagna e sposa la donna ricca. L'anima della Llorona sale al cielo. Là il custode del cancello le dice che può entrare perché ha sofferto, ma prima deve recuperare dal fiume le anime dei figli. Ecco perché oggi si dice che la Llorona spazza le rive coi lunghi capelli, infila nell'acqua le lunghe dita e draga il fondo. E per questo i bambini non devono avvicinarsi al fiume di notte, perché lei può scambiarli per i propri figli e portarli via per sempre.

In una versione moderna la Llorona andò con un ricco hidalgo proprietario di varie fabbriche sul fiume. Durante la gravidanza bevve l'acqua del fiume e le nacquero due gemelli ciechi e con i piedi palmati, perché l'hidalgo aveva inquinato il fiume con le sue fabbriche. Allora lui non la volle più e sposò una donna ricca che voleva i prodotti delle sue fabbriche.


"Inquinamento": privazione di forza-potere vitale.


Se immaginiamo “l'uomo ricco” con il “potere” dei tempi nostri, la società oggi è la donna amica dell'uomo potente ... questa è una donna sofferente, triste e senza pace ... Malata.

Questa favola potrebbe essere un messaggio da divulgare a tutti, ma soprattutto a tutti coloro che decidono per la comunità, sperando che giunga il messaggio di non inquinare = non privare delle forze vitali il terreno, l’aria, le persone…

I progetti di cementificazione di larghe fasce di territorio, al di là del lustro che possono dare a politici e architetti, questi progetti "inquinano".
Se questi personaggi che progettano e decidono sono veramente bravi, sapranno progettare migliorando la vita dei cittadini senza togliere la forza vitale al territorio; a questo punto ciò significherebbe anche che la loro bravura dovrebbe essere nel rivedere i loro progetti.

Io penso che: terra, acqua, aria ... siano beni collettivi e che i progetti sui beni collettivi dovrebbero creare benessere e non solo profitto.

Sabrina Galiazzo

sabato 7 gennaio 2012

Il mio impegno per il 2012

Su quali azioni ho deciso di basare il mio impegno di cittadino responsabile per l'anno 2012?

  1. Partecipare: per me significa attivarmi per uscire dal mio guscio ed andare incontro agli altri ... nell'anno appena trascorso è stata fondamentale la decisione di rinunciare all'acquisto del decoder per le trasmissioni TV, sia via etere che via cavo. Ascolto le notizie per radio e mi tengo informato attraverso internet. Ieri sera, assieme a mia moglie, mi sono goduto in DVD "Il re pescatore" di Terry Gilliam, una bellissima parabola sull'amicizia e l'amore. Per molti aspetti, è stato come se lo vedessimo per la prima volta ... evidentemente anche noi siamo cambiati, forse siamo più aperti al mistero che attraversa le nostre vite.
  2. Conoscere: per me significa studiare in ambito multidisciplinare, in primis approfondire i temi della politica democratica, dell'economia sostenibile e della finanza etica ... la mia formazione scientifica, conseguenza di una grande passione per la fisica della natura, ha sempre posto un grosso limite alle mie conoscenze in ambito politico, sociologico, economico e finanziario: cercherò di colmare, per quanto è possibile alla soglia dei miei 60 anni, queste mie lacune nelle scienze dell'uomo. Attingerò principalmente alla letteratura meno ortodossa, perché sono oramai convinto che i problemi nei quali l'umanità di dibatte da millenni sono la conseguenza di una visione sbagliata dei rapporti politici ed economici.
  3. Assumere responsabilità: per me significa accettare il peso e la fatica dell'impegno in Consiglio comunale ... e sperare che si riesca a lavorare per il bene vero della comunità, superando tutti gli steccati che ci hanno visto divisi in avverse fazioni per decenni. Senza dimenticare che noi siamo solo rappresentanti, il copione lo scrivono i cittadini impegnati a lavorare per i beni comuni (che appartengono a tutti) e per gli interessi dei gruppi (che appartengono solo ad alcuni).

Molti profeti di sventure, basandosi sulle profezie apocalittiche, passando per la constatazione del progressivo degrado dell'ambiente naturale, e arrivando alla recente crisi economica mondiale, che, avvitata su se stessa, non pare avere le risorse per risolversi, ci invitano ad abbracciare le politiche dell'austerità e della decrescita. Il mantra è diventato: l'uomo è una minaccia per l'uomo, sia direttamente, sia, indirettamente, attraverso lo spogliamento delle risorse naturali.

E' così: la Terra, con le sue acque cristalline e i suoi cieli azzurri, sarebbe priva di senso senza la presenza umana; il pullulare delle specie viventi nei mari, sulla terraferma e nei cieli, ha avuto e tuttora mantiene un unico scopo, quello di essere di sostegno allo sbocciare dell'intelligenza. Senza intelligenza nessuno sarebbe qui a contemplare tali meraviglie! Domandiamoci ... perché tutto questo? Perché io esisto? Se non ha senso porsi questa domanda, allora nulla ha senso di ciò che esiste! Se, al contrario, accettiamo la necessità della domanda, cioè il mistero, allora la nostra ricerca è compiuta e il nostro cuore riposa.

Questa nostra forma umana imperfetta dovrà continuare ad evolvere e sicuramente evolverà se saprà continuare a credere (e a sperare) che, pur essendo figli generati dalla Terra, siamo destinati alle Stelle, siamo destinati a conseguire una Coscienza Universale.

Secondo i profeti di sventure siamo candidati ad una probabile estinzione di massa. I dinosauri si sono estinti, in effetti, ma tra di loro non fu possibile trovare neppure un profeta.

Noi umani il profeta l'abbiamo avuto e l'abbiamo ancora tra di noi.

mercoledì 4 gennaio 2012

I più graditi auguri

Ci giungono gli auguri da Sabrina: la ringraziamo di cuore, li pubblichiamo e li rivolgiamo a tutti coloro che, per l'anno passato, hanno manifestato la loro Indignazione e che, per il presente anno, vogliono passare alle vie di fatto ed entrare a far parte della schiera degli Impegnati.

Vi auguro sogni a non finire
la voglia furiosa di realizzarne qualcuno
vi auguro di amare ciò che si deve amare
e di dimenticare ciò che si deve dimenticare
vi auguro passioni
... vi auguro silenzi
vi auguro il canto degli uccelli al risveglio
e risate di bambini
vi auguro di resistere all’affondamento,
all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
Vi auguro soprattutto di essere voi stessi.


(Jacques Brel)

martedì 3 gennaio 2012

Perché le vie d’acqua in Veneto non hanno “padrini”?

Riceviamo dal dott. Carlo Crotti la lettera che ha mandato ai giornali.
Col suo permesso la pubblichiamo in questo blog io decido X Albignasego, innanzitutto perché, a nostro parere, getta luce sulle molte ombre del nostro Veneto quotidiano e poi perché tutto quello che riguarda la "Salvaguardia Idraulica del territorio padovano e veneziano" riguarda anche noi, che abitiamo a sud del Bassanello e vorremmo poter decidere, prima che sia troppo tardi, ovvero prima della prossima alluvione!

Egr. Direttore ...
nella mia qualità di presidente dell’Ass. “Salvaguardia Idraulica del territorio padovano e veneziano”, che da un lustro si batte per il completamento del canale che collega Padova all’Adriatico e alle Autostrade del Mare, devo constatare con rammarico che nessun esponente politico di qualsivoglia partito al Governo o all’opposizione in Regione o in Parlamento ha finora voluto patrocinare e associare il suo nome all’idrovia Padova-Mare e tanto meno all’uso delle vie d’acqua, di cui la nostra Regione è ricca.

Non che tra le Organizzazioni di Categoria sia stato molto diverso e tanto meno tra i quotidiani locali. Al massimo è stato colto e raccontato il patetico lamento degli alluvionati, ma per lungo tempo l’idrovia – navigabile e da 400 mc/sec di portata - è stata una parola innominabile. Anche le Banche e le Fondazioni da me interpellate, affinché sponsorizzassero Convegni sul tema si sono sempre defilate, senza fornire spiegazioni.

Il fatto che nessun parlamentare o consigliere regionale possa essere considerato “padrino” dell’idrovia e delle vie d’acqua che la Repubblica Veneta seppe sfruttare per secoli, dimostra anche un altro fatto : nessuno di loro è in grado di presentare ai cittadini un modello di sviluppo diverso da quello delle “camionabili”, delle Nuove Romee, delle Nogara Mare, delle TAV, etc. Guarda caso tutti percorsi trasportistici che si potrebbero valorizzare molto meglio, movimentando nella stessa direzione battelli capaci di navigare sia in acque interne che costiere.

A mio avviso esiste però una più radicale e irrisolta contraddizione politica, di cui nessuno parla.

Il Terminal al largo di Malamocco (TOS), al quale ci si arriva solo su una imbarcazione e non su un camion, costerà almeno 3-4 miliardi di euro. Permetterà a navi con pescaggio intorno a 17-18 m di aggiungere alle loro rotte transoceaniche anche lo scalo veneziano, preferendolo ad altri che sulla sponda europea del Mediterraneo non hanno la stessa profondità. In 24-36 ore su quel molo scaricheranno almeno 2-3.000 TEU. Se fossero di meno, non avrebbe senso per le grandi Compagnie di navigazione fermarsi al TOS veneziano con navi da 16-18.000 TEU.
Accumularli da qualche parte della laguna presuppone avere a Marghera infrastrutture su strada e su ferro capaci di smistare, giusto il tempo di sosta di una nave prima che arrivi la successiva, quel numero di containers.

Se questa operazione di smistamento e spedizione non fosse possibile secondo il ritmo imposto dagli arrivi-partenze navali e non potesse rimanere costante ed affidabile tutto  l’anno, le Compagnie farebbero presto a spostarsi altrove e il TOS diverrebbe un grande fallimento.

Possono le strade e i binari, che la Regione ha in programma, affrontare e risolvere le dimensioni e i tempi di quella distribuzione? Possiamo attendere 20 anni per realizzare una ferrovia AV, dedicata principalmente al trasporto merci? (Una scelta che nessun paese al mondo ha mai neppure contemplato per quel tipo di  trasporto).
In altre parole ha senso realizzare soltanto le strade che puntano verso Marghera, (Nuova Romea, Camionabile, Nogara-Mare ...) concentrando solo in quel punto tutta la movimentazione merci  diretta o proveniente dal TOS?
Qualora si volessero considerare anche le vie d’acqua interne, non esistono forse molti altri punti d’imbarco, tali da alleggerire il numero dei containers oggi concentrati solo su Marghera? Non si potrebbe collegare il TOS a un qualunque scalo minore lungo la costa: da Monfalcone a Ravenna, o anche da approdi interni come Mantova, Rovigo, Padova, Ferrara ... Cremona?
Sarebbe un “porto diffuso”, molto competitivo rispetto ad altri, proprio per questa sua elasticità della logistica e per il fatto che non avrebbe bisogno al momento di tutte le infrastrutture stradali o ferroviarie.

In conclusione: se il pres. Zaia e con lui anche l’attuale classe dirigente veneta – di Destra come di Sinistra - darà la precedenza alle autostrade piuttosto che ai canali interni e al cabotaggio lungo costa, non sta forse decretando fin da ora l’insuccesso del Terminal off shore?
Io temo di si!

Ecco perché è nostra intenzione trasformare quanto prima questa profonda contraddizione programmatica e di investimento in una regolare interrogazione parlamentare. 
Se ai vertici della Regione non comprendono che il successo del Terminal off shore (TOS) è minacciato dalle infrastrutture stradali e ferroviarie (TAV) che la Giunta del pres. Zaia sostiene, forse a Roma il nuovo Governo saprà cogliere l’incongruenza e fermare lo scempio irreparabile di territorio, soldi, salute dei cittadini (aumenterà il PM10 se facciamo solo strade per camion) e paesaggio.

dr. Carlo Crotti
Presidente Ass. “Salvaguardia Idraulica del Territorio padovano e veneziano”

ASS.  “SALVAGUARDIA IDRAULICA DEL TERRITORIO PADOVANO E VENEZIANO”
IV° Strada n°3 Zona Ind. 35129 Padova tel 347 8665730 www.idroviapadovamare.org
Associazione iscritta nel Registro Comunale di Padova delle
“LIBERE FORME ASSOCIATIVE e delle COOPERATIVE SOCIALI”
n° 1477 nella sezione tematica n° 7:
“TERRITORIO – URBANISTICA – TUTELA AMBIENTE e PROTEZIONE CIVILE”
 procedimento dirigenziale n° 2009/68/0017 del 24 Marzo 2009 P-IVA 04141400285