"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

sabato 31 dicembre 2011

Le macchine servono, gli uomini amano

La donna e l'uomo, prodotti dall'evoluzione cosmica e da una evoluzione tutta personale, amano e, pertanto, percepiscono l'esistenza (da ex-sistere che io traduco con "venire alla luce" e "stare fuori di sé proiettato verso un altro"), mentre le macchine producono (da pro-ducere = "condurre avanti") e consumano (da cum-sumere = "togliere tutto").

La facoltà di amare è caratteristica della specie umana, non è scontata, presuppone la libertà e procura la felicità.

Il dono, la relazione gratuita, la reciprocità, la pace si possono intendere come sinonimi dell'amore, ma in realtà l'amore viene sempre prima, il dono e la relazione ne sono la conseguenza.

Ad esempio, perché dalla relazione col nemico maturi una condizione di pace, necessita che il nemico non sia più visto come tale da noi e che, reciprocamente, il nemico non ci consideri più tale nei suoi confronti.

Per altro verso: è vero che non ci può essere pace senza giustizia, ma ci sarà l'autentica giustizia - quella che dà a ciascuno ciò che gli spetta - solo se prima faremo la pace.

Cioè se qualcuno amerà per primo.

Anche in economia vale lo stesso principio di reciprocità: io accetto di scambiare, con te, un mio bene, con un altro equivalente che mi proponi tu, se mi fido di te e tu ti fidi di me; se, al contrario, ho fondati motivi di pensare che mi stai appioppando un bidone, allora rinuncio all'affare.

Ma c'è di più: ci sono relazioni economiche, e sono la maggioranza, in cui lo scambio di equivalenti non risulta "a somma zero", ma procura un vantaggio per entrambi che è superiore al valore intrinseco degli equivalenti scambiati, in questi casi, e, ripeto, si tratta della maggior parte, la sommatoria del benessere del nostro sistema "io e te" aumenta.

Uno di questi casi sta proprio di fronte a noi adesso: la conoscenza che sto comunicando a te che leggi è qualcosa che a mia volta ho ricevuto da un'altro o dedotto/sperimentato in proprio, ma sempre in relazione a qualcun altro. Adesso tu ne sei divenuto consapevole e puoi, a tua volta, decidere di condividerla con altri e di trarne ulteriore vantaggio. E puoi restituirmi una consapevolezza ancora maggiore se avrai occasione di rispondermi o di incontrarmi in futuro.

Tutto quanto viene comunicato arricchisce il bene comune dell'umanità, mentre ciò che non viene comunicato va perduto con l'oblio di noi stessi.

Tutto quanto abbiamo detto fin qui vale per gli esseri umani, non vale per il mondo delle macchine, che è predeterminato nei minimi dettagli.

Una macchina, una volta accesa, non si spegne più fino all'esaurimento, alla consunzione. A meno che qualcuno non decida di farlo.

Quest'anno che viene decidete, ogni tanto, di spegnere l'apparecchio TV, il cellulare, il PC e di dedicare più tempo all'uomo (o alla donna) che amate. E, per chi ha la fortuna di averli, alle vostre figlie e ai vostri figli, o, in mancanza, a quelli degli altri.

Non si può prevedere la portata di ciò che accade quando due o più persone si incontrano e si amano!

Chi è sovrano?

Sovranità alimentare

In un mondo in cui è il cibo che ci mangia, "quel" cibo è sovrano: il cibo industriale, omologato, seriale, globale e poco naturale. Quel cibo insostenibile che inquina la Terra, dal campo ai nostri stomaci, in tutto il suo percorso. Quel cibo che genera la crisi e l'incertezza. Comandano, sono sovrani in suo nome i suoi artefici: le industrie alimentari, le multinazionali dell'agri-business e i grandi distributori che decidono i prezzi senza tenere in nessun conto gli interessi tanto dei contadini quanto dei co-produttori.

Tratto da "Terra Madre" di Carlo Petrini.

Nella zona di Albignasego e Padova-Guizza si sta costituendo un Gruppo di Acquisto Solidale/Sostenibile (GAS).
Si tratta di un nucleo di famiglie e consumatori che si mettono insieme per decidere quali cibi comprare e da quali produttori rifornirsi, in modo da massimizzare la qualità organolettica dei cibi, il risparmio di risorse ambientali (privilegiando i piccoli produttori, le brevi distanze, l'agricoltura biologica), impegnandosi nell'adottare uno stile di vita naturale, sobrio e sostenibile.
Per informazioni ed adesioni potete contattarci ...


Sovranità monetaria

C’è qualcosa al mondo che può opporsi alle leggi degli Stati Sovrani democraticamente legittimati dai loro cittadini? No, nulla può, neppure la più potente élite privata. E cosa sarebbe accaduto se questi Stati avessero acquisito i mezzi economici per arricchire la maggioranza dei propri cittadini con, di nuovo, pochissime limitazioni di spesa? Semplice: la fetta maggiore della ricchezza di quegli Stati sarebbe caduta nelle mani dei loro elettori, e non sarebbe mai più stata posseduta invece dalle élite private di quelle nazioni. In altre parole, le élite avrebbero perduto il controllo di una colossale ricchezza, per sempre.
...
Ci fu un giorno, di non molti anni fa, in cui finalmente, e dopo secoli di sangue versato e di immane impegno intellettuale, gli Stati abbracciarono due cose: la democrazia e la propria moneta sovrana moderna. Un connubio unico nella storia, veramente mai prima esistito. Significava questo: che per la prima volta da sempre noi, tutti noi, avremmo potuto acquisire il controllo della ricchezza comune e stare bene, in economie socialmente benefiche e prospere. Ma questo non piacque a qualcuno, e fu la fine di quel sogno prima ancora che si avverasse.

Liberamente tratto da "Il Più Grande Crimine" di Paolo Barnard.

Se volete approfondire per conoscere chi e che cosa si muove dietro le quinte dell'attuale crisi della democrazia nel mondo, contattateci ... l'anno prossimo!

Per intanto, formuliamo a tutte/i e a ciascuna/o un particolare

Augurio di un 2012 di LUCE e di PACE

giovedì 22 dicembre 2011

Perché l'Italia fatica a superare la crisi economica?

Perché, al momento della scelta decisiva, è mancata l'alternativa.

Ma qual è stato il momento decisivo?

Quello del risultato dei referendum sui Beni Comuni (in particolare l'Acqua), sulle Fonti Energetiche (Solare o Nucleare), sull'Amministrazione della Giustizia (uguale per tutti o solo per qualcuno).

Avremmo dovuto seguire l'esempio della Spagna di Zapatero, il quale, a fronte del fallimento della politica economica e fiscale fin lì perseguita dal suo governo, non ha avuto dubbi: ha deciso di rimettere il mandato e indire le elezioni anticipate.

Non così è andata in Italia: da giugno il governo Berlusconi ha trascinato l'intero paese in un'agonia senza prospettive di cambiamento alcuno.

Ricordate le sue stesse parole? "Non c'è in Italia un'alternativa credibile al mio governo."

A giugno, di fronte al fallimento della politica energetico-nucleare del governo, di fronte alla sconfessione pubblica delle leggi ad personam, che avevano inquinato l'azione del Parlamento fin dall'inizio della legislatura, di fronte alla sconfitta del tentativo di privatizzare l'ultimo dei beni comuni, l'acqua, c'era ancora il tempo sufficiente per preparare le elezioni in autunno.

Cosa che è regolarmente avvenuta in Spagna!

Ma non da noi.

E adesso ci troviamo un governo eletto non dal popolo, ma da un parlamento di nominati che, in nome e per conto di una crisi che dovremo pagare di tasca nostra, ma che non è solo responsabilità nostra, decide sul nostro futuro.

Governo attualmente appoggiato dalla maggioranza dei partiti che occupano i seggi del Parlamento.

Forse pensano:
passata la festa, gabbato lo santo ...
ovvero, passata la tempesta odo già gli uccelli che fan festa ...
Se lo tolgano dalla testa!

Se c'è una cosa certa è questa: gli attuali partiti, così come li abbiamo conosciuti, usciranno con le ossa rotte da questa vicenda poco encomiabile.

Dopo averci condotto sull'orlo della bancarotta, non hanno voluto prendersi neppure la responsabilità di tirarci fuori usando di tutto quel potere che vantano.

Bene, allora faremo in modo, fin dalle prossime elezioni, di togliere a loro quel potere e darlo a chi ne saprà fare buon uso in nome del popolo italiano.

Ma cos'è questa crisi?

Crisi: dal lat. CRISIS, dal gr. KRÌSIS, collegato a KRÌNÕ separo, e fig. decido.

Crisi comporta quindi una scelta, cioè un momento che separa una maniera di essere diversa da altra precedente, o anche una piega decisiva che prende un affare.

E ancora…

In cinese la parola crisi è composta da due ideogrammi: il primo, wei, significa problema, il secondo, ji, significa opportunità. Anche nella nostra lingua l’etimologia della parola crisi suggerisce un significato positivo: essa infatti contiene un aspetto vitale, la separazione, ed un aspetto di crescita, quello della scelta.

La crisi non è dunque un evento totalmente negativo, bensì un momento di transizione che può essere anche un’opportunità di crescita.
Vi sono persone che, superando un periodo di crisi, approdano ad un’identità più ricca e scoprono di possedere più risorse di quanto pensavano. Il giusto atteggiamento è, per dirla con i cinesi, la capacità da parte delle persone coinvolte di focalizzare la propria attenzione sul lato “maturativo”, il ji, e non su quello problematico della situazione, il wei.

Il modo migliore per uscire da uno stato di crisi è dunque quello cogliere le opportunità di crescita in esso contenute.

Capitali scudati contro capitale umano?

Riportiamo per intero l'ultimo editoriale pervenutoci da CittadinanzAttiva.
 
Vale la pena leggerselo per intero e, al termine, domandarsi: perché nessun governo italiano si preoccupa dell'istruzione scolastica?

Non sta in quella pre-occupazione la scelta di privilegiare il futuro rispetto al passato? I giovani rispetto agli anziani? L'innovazione rispetto alla tradizione?

Chi o che cosa impedisce agli italiani di guardare avanti?

Occorre una risposta e credo che venerdì scorso, durante il nostro piacevole incontro (a detta di quasi tutti i partecipanti) abbiamo provato a cercarne una.

E allora ... buona lettura!

Capitali scudati contro capitale umano?

Come tante cittadine e cittadini italiani sto vivendo con speranza, con trepidazione ma anche con sorpresa ed indignazione, queste ore difficili della vita del nostro paese, emblematicamente rappresentate da una manovra economica (la quarta in pochi mesi) che dovrebbe farci uscire dal tunnel nel quale ci hanno spinto decenni di inadeguatezza di ampi settori della classe politica, nazionale e locale, di difesa strenua di interessi corporativi, di crisi globale della finanza.
Sorvolo sui primi due sentimenti, soffermandomi, invece, su sorpresa e indignazione.
La sorpresa: leggendo il testo della manovra e degli emendamenti alla ricerca di provvedimenti che riguardassero la scuola che, per definizione, dovrebbe rappresentare la crescita, lo sviluppo, il rilancio di un paese, ahimè ho trovato ben poca cosa: rilancio dell’Invalsi e investimenti per le scuole a rischio sismico. E’ già qualcosa ma è troppo poco (in termini di risorse previste) rispetto, per citare solo uno dei problemi principali della scuola italiana, alla necessità di porre mano all’emergenza dell’edilizia scolastica che denunciamo da 10 anni.
Da qui l’indignazione: perché non si è deciso di intervenire con più coraggio, per esempio, sull’aumento della tassazione dei capitali scudati (stesso discorso potrebbe essere fatto per l’istituzione di una patrimoniale) imitando l’esempio dei paesi a noi più vicini, destinandone una significativa quota parte al rilancio dell’edilizia scolastica?
In queste ore accanto a coloro che paventano dubbi sull’applicazione del prelievo e coloro che, come noi, ritengono possibile e auspicabile un ritocco verso l’alto, nessuno ha invece proposto di destinarne una parte significativa ad un BENE COMUNE come la scuola.
Perché non elevare al 4%-5% il prelievo sui capitali scudati rientrati in Italia e destinarne la metà a favore dell’edilizia scolastica?
Se a questo, poi, aggiungessimo, l’allentamento del patto di stabilità su Comuni e Province per favorire l’utilizzo di fondi stanziati ma bloccati sull’edilizia scolastica (4 miliardi di euro, secondo alcuni) e lo sblocco del II stralcio dei Fondi Cipe (FAS) di circa 400 milioni di euro, il capitale a disposizione dell’edilizia scolastica pubblica sarebbe finalmente consistente e potrebbe davvero determinarne la rinascita.
I vantaggi sarebbero consistenti sia in termini di effetti diretti (recupero patrimonio edilizio pubblico) che indiretti (moltiplicazione delle risorse investite) tra i quali:
  1. dare una sterzata significativa alla drammatica emergenza rappresentata dallo stato di insicurezza e fatiscenza di almeno la metà degli edifici scolastici (42.000);
  2. lavorare non solo alla sicurezza ma anche al miglioramento complessivo di quelli sui quali valga la pena investire (es. interventi per l’applicazione delle misure antisismiche, per il miglioramento energetico, ma anche rottamazione e sostituzione degli edifici irrecuperabili);
  3. rimettere in moto l’economia reale, con l’avvio di una grande opera pubblica, con il supporto di soggetti anche privati;
  4. investire sui più giovani a partire dalla creazione di ambienti attrezzati, confortevoli, piacevoli che favoriscano e stimolino l’apprendimento piuttosto che rattrappire corpi e anestetizzare cervelli.
Voce di una che “grida nel deserto”? Può darsi, ma i cittadini e le loro organizzazioni non solo hanno il diritto di dire la loro sulla manovra ma anche il dovere di mobilitarsi per renderla più efficace, più produttiva, più vicina agli interessi e alle necessità dei cittadini, soprattutto più giovani.

Adriana Bizzarri, coordinatrice naz. Scuola di Cittadinanzattiva

giovedì 15 dicembre 2011

Banca Etica delusa dalla manovra “salva-Italia”

Riportiamo l'intervento del 14 dicembre 2011, in cui Banca Etica si dichiara delusa dalla manovra "salva-Italia" del Governo presieduto da Mario Monti.

In particolare vengono giudicate troppo timide le aperture ai principi della Finanza Etica, di cui la Fondazione Culturale RESPONSABILITA' ETICA è promotrice e di cui la Banca Etica rappresenta, per così dire, l'incarnazione.

Ecco qua la nota in oggetto (cliccate sul link):

Nota di Banca Etica sulla manovra Monti

Intanto gli attacchi speculativi proseguono, la finanza mostra in modo acclarato la capacità di ingerire nelle scelte politiche, ponendosi al di là della sovranità degli stati e condizionandone i sistemi democratici: le conseguenze negative si abbattono sui cittadini e sulla stabilità sociale dei paesi.

"Oggi la finanza ha perso la sua funzione sociale. Non è più uno strumento al servizio delle attività umane, ma un fine in se stessa per fare soldi dai soldi - afferma Andrea Baranes, presidente della Fondazione Culturale RESPONSABILITA' ETICA, nell'intervista di Dario Lo Scalzo de Il Cambiamento - Paradossalmente è la Finanza Etica a fare oggi ciò che la finanza dovrebbe fare: aiutare l'economia reale, la creazione di posti di lavoro, uno sviluppo della società 'ambientalmente' sostenibile. La maggior parte del sistema finanziario ha perso di vista tale obiettivo, e, attratta dal miraggio di profitti facili, si è trasformata in un casinò globale” ... se volete potete continuare a leggere l'articolo cliccando qui

domenica 11 dicembre 2011

Parole chiave per aprire le porte della comunicazione

Il nostro appuntamento di venerdì 16 dicembre si avvicina, mancano ormai pochi giorni.

Qui di seguito, in ordine alfabetico, alcune coppie di sostantivi e verbi che possono fornire uno spunto per ricordare il motivo che ha spinto (o spingerà) ciascuno di noi ad impegnarsi in politica, nel sociale, per la comunità, nell'incessante ricerca di soluzioni ai problemi della nostra convivenza civile.

Assemblea <=> Repubblica

Associazione <=> Partito

Comunità <=> Famiglia

Condividere <=> Unire

Conservare <=> Innovare

Differenza <=> Uguaglianza

Donna <=> Uomo

Fraternità <=> Solidarietà

Gerarchia <=> Relazione

Individuo <=> Persona

Interesse <=> Privilegio

Legare <=> Liberare

Liberalizzare <=> Privatizzare

Se volete potete scegliere una o più coppie tra queste per introdurre la vostra personale esperienza ... oppure partire da una nuova coppia che non è qui elencata.

Preparatevi bene ... avremo a disposizione la lavagna, la carta, e ci sarà la possibilità di proiettare contenuti audio-visivi. Portate con voi quel che vi serve per presentare la vostra proposta, liberate la vostra fantasia e scatenatevi!

Insomma
 DECIDETEVI !
Vi aspettiamo
venerdì, alle ore 20:30
nella Sala Don Milani di Mandriola, Albignasego!

Il luogo dell'incontro lo trovate alla scheda dove siamo

giovedì 8 dicembre 2011

L'altra faccia del paradiso

Abbiamo trovato un articolo molto istruttivo, pubblicato da LA STAMPA.it.

Riguarda l'emergenza ambientale alle Maldive, gli atolli corallini formatisi in mezzo all'Oceano Indiano, isole terraformate dai nativi e divenute, con la globalizzazione, ambita meta turistica, decretando la fortuna di alcuni; adesso si prevede saranno presto sommerse dall'innalzamento del livello dei mari.

Adesso che avete evocato le immagini a voi note delle Isole Maldive, cioè le immagini dell'Eden primordiale, l'ambiente che fa da sfondo al rapporto originario ed incorrotto tra il Creatore e le creature, il Paradiso, leggete l'articolo:

L'altra faccia delle Maldive

Quello che colpisce è la conclusione:

"Un vero inferno poco distante da un paradiso, che, se non si corre ai ripari, potrebbe scatenare una calamità ambientale."

Da come scrive l'autore, sembra che inferno e paradiso siano interdipendenti, legati indissolubilmente l'uno all'altro, il paradiso dei turisti abbisogna dell'inferno degli immigrati bengalesi e viceversa.

Un flusso di materia e di energia fluisce incessantemente dalla vetta del Paradiso per discendere nell'abisso dell'Inferno, e mantiene in movimento entrambi.
I due sistemi sono totalmente interdipendenti: se cessasse di esistere l'uno, anche l'altro andrebbe incontro a morte certa.

In forza del Secondo Principio della Termodinamica, i sistemi isolati, che non comunicano con altri, raggiungono prima o poi la massima entropia (il totale disordine termodinamico), cessano di divenire ed entrano nello stato di morte termica.

Tra il paradiso di Malè e l'inferno di Thilafushi c'è quella differenza di entropia, cioè quel dislivello di organizzazione sociale, quella discontinuità di reddito economico, che consente al paradiso di continuare ad esistere ed all'inferno di sopravvivere.

Allora non ci può essere un Paradiso senza un Inferno? Insolita visione apocalittica, a nostro parere non lontana dal vero.

Infatti, se osservate obiettivamente la natura selvaggia, la società intorno a voi, il vostro piccolo mondo familiare, se esplorate le profondità del vostro mondo interiore, sempre scoprite la costanza di questa legge: non c'è movimento senza discontinuità, senza differenza; la tenebra fa da sfondo alla luce, l'ignoranza è principio della conoscenza, l'appetito prepara una tavola imbandita, la solitudine invoca l'amore (e l'amore cerca una solitudine), il bisogno necessita della produzione (e la produzione di creare un bisogno) e così via ...

Sembra impossibile organizzarsi diversamente, c'è sempre una diversità, un source e un sink, direbbero in lingua inglese, cioè una sorgente di vita che produce ed un pozzo di morte che consuma.

Perlomeno in questo mondo temporale, dove il tempo scandisce il passare del presente e il farsi presente del futuro.

Nell'altro mondo ... nell'eterno increato, che è radice al creato, vedremo che le cose girano diversamente ... riprenderemo il discorso in un prossimo post ... siamo sicuri che siete curiosi di scoprirlo ... allora alla prossima ...

Imposta Municipale sugli Immobili (IMU)

L’articolo 8 del DLgs. 14 marzo 2011 n. 23, contenente disposizioni in materia di Federalismo fiscale municipale, aveva previsto l’ingresso dell’imposta municipale sugli immobili a decorrere dal 1° gennaio 2014.

Così l'ultimo governo B&B aveva provato ad attribuirsi i meriti del varo di quel provvedimento legislativo che passa sotto il nome di federalismo fiscale, senza, ma solo in apparenza, farne pagare gli oneri al proprio elettorato, perché li rimandava alla successiva legislatura.

La politica italiana degli ultimi anni appariva sempre più la tessitura della tela di Penelope ... in attesa del ritorno ... ma di chi? C'era qualcosa di perverso, diremmo di diabolico, in questo procedere a passo di gambero ... fosche nubi di addensavano all'orizzonte del cielo repubblicano!

Poi è arrivata la scure della crisi finanziaria, si badi bene, non economica, perché quella c'era già da qualche anno almeno ... dicevamo la crisi finanziaria dello Stato, che, nel giro di qualche mese, non sarebbe più stato in grado di onorare gli impegni economici presi con lavoratori, pensionati e mercati.

Sicché ... molla via la tela, è arrivato l'invitato a nozze, e che si fa? Si decide di ammazzare il vitello grasso, quello che abbiamo conservato in tutti questi anni dell'attesa: quello che chiamiamo stato sociale, e molti di noi non si rendono conto che si tratta di una tautologia.

Proprio come quell'altra espressione assai usata, economia sociale di mercato ... la pensiamo come se fosse possibile avere un'economia che prescinde dal sociale o dal mercato, cioè un'economia privata del libero scambio dei beni prodotti secondo i bisogni delle persone e resi disponibili a tutti!

Ma torniamo al tema: è stato auspicato dal Capo dello Stato e promesso dal Capo del Governo, che la manovra finanziaria sarebbe stata giusta, equa e solidale: giusta perché avremmo pagato tutto il dovuto, equa perché avremmo pagato tutto il maltolto, solidale perché ognuno avrebbe pagato in base alle proprie capacità.

Sul fatto che sia giusta non possiamo nutrire dubbi, la contabilità non è un opinione, né può essere oggetto di sondaggi; ad ogni modo, l'Europa e i mercati ci diranno presto se è veramente tale.

Sul fatto che sia equa qualche dubbio lo possiamo nutrire, ad esempio si può e si deve fare di più per scoraggiare l'evasione fiscale ed incentivare l'economia in chiaro, per calmierare gli eccessi della finanza che strangolano l'economia reale, per regolare i conflitti di interesse (anche bancari), che mortificano il libero scambio economico e la competitività delle aziende e delle imprese; qualcosa in più si poteva fare riguardo alla tassazione dei capitali scudati (una volta stabilito che è lecito tassarli, perché limitarsi ad un misero 1,5%?). Si può e si deve fare uno sforzo di maggior equità ... valuteremo i prossimi passi dell'attuale governo ...

Nutriamo forti dubbi sul fatto che sia solidale. Per spiegare faremo due esempi macroscopici, riguardanti proprio l'oggetto di questo post: l'IMU.

Ma consentiteci di argomentare.

Da più parti, Chiesa Cattolica, forze sociali, sindacati, perfino dai partiti, si è indicato nella mancanza di una seria politica familiare la causa principale dello scarso indice di natalità nostrano, che si riflette in una progressiva emarginazione della componente giovanile (che diventa minoritaria), preludio ad una fase di bassa crescita economica che si conclude nella stagnazione.

Abbiamo dinnanzi un paese che si preoccupa di conservare un passato, più che di costruire un futuro ... e questo è logico e naturale se il paese è maggiormente composto da una popolazione adulta ed anziana.

Un paese dove i privilegi sono duri a morire, dove le posizioni di rendita sono quasi inamovibili.

Noi sappiamo che un paese così composto è destinato al declino, anzi è già il risultato di un declino.

La radice del male che affligge l'Italia è qui: nella preclusione del futuro.

E infatti cosa risponderemmo alla domanda: come vedi il futuro del tuo paese?

E adesso spieghiamo perché la manovra finanziaria del Governo Monti è poco equa e per nulla solidale: si è innalzata - mediamente - del 60% l'aliquota per la tassazione diretta della prima casa di proprietà, mantenendo la quota esente a 200 euro.

Equità - questa è pura matematica - avrebbe richiesto di innalzare del 60% anche la soglia di esenzione, cioè da 200 a 320 euro.

Equità e solidarietà avrebbero richiesto di applicare anche questa tassazione con aliquote progressive, esattamente come si fa con l'IRPEF. Perché chiedere lo stesso contributo, a parità di immobile, a chi denuncia un reddito di 20.000 euro annui e a chi ne denuncia uno di 200.000, cioè dieci volte tanto? L'art. 53 della Costituzione dispone in tal senso: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività". Cioè aliquote maggiori per contribuenti più capienti.

Solidarietà avrebbe richiesto di considerare, ai fini del calcolo dell'imponibile, il numero di familiari o di conviventi che abitano l'immobile dichiarato prima casa di proprietà. Certamente più equo considerare la disponibilità di mq per persona, inoltre si sarebbe posto un argine a quel malcostume tributario nostrano, per cui, chi possiede due, tre o quattro residenze tenute a disposizione, è aduso ad intestare ognuna di esse come prima casa di proprietà a vari componenti della famiglia, così da poter usufruire di tutte le agevolazioni fiscali che ne conseguono.

Non è per nulla difficile distinguere questo caso di malafinanza da altri casi che sono veramente degni e meritori di attenzioni e cure da parte dello Stato, quali quello degli anziani pensionati che vivono da soli, o dei giovani in studio o in carriera che non sono ancora coniugati. Basterebbe uno stato di famiglia ... o un'autocertificazione sotto giuramento.

Era più giusto, equo e solidale non pagare alcuna imposta sulla prima casa di abitazione?

Secondo noi assolutamente no, c'è casa e casa, c'è appartamento e residenza, c'è condominio e villa, c'è città e campagna, con servizi ed esigenze diversificate ... e c'è famiglia e famiglia.

E c'è pure chi in casa propria svolge - o fa svolgere - attività lavorative, commerciali, di impresa, magari in nero, magari nel sottoscala o in taverna e non denuncia ...

Sbagliato, poco equo e per nulla solidale è far di tutta un'erba un fascio, cioè tassare tutte le prime case di proprietà con pari aliquota a prescindere da tutto!

La società civile, la comunità umana non è assimilabile ad un prato verde che cresce rigoglioso e periodicamente si rade con la falciatrice. Né è un gregge di pecore tutte identiche, da tosare alla bisogna.
Avete mai provato a distinguere una pecora da un'altra? Pensate veramente che un essere umano sia identico ad un altro, se percepisce lo stesso reddito? Eppure è così che ci considera l'Agenzia delle Entrate: pecore da tosare, tra le quali ce n'è qualcuna più grande di altre.

Abbiamo concluso sull'IMU, ma si potrebbero fare discorsi analoghi per gli interventi sulle pensioni, la previdenza, le accise dei carburanti e l'IVA: anche qui i contribuenti sono stati considerati né più né meno come pecore da tosare.

Si dirà: la situazione di emergenza finanziaria in cui lo Stato si è trovato, a causa della mancata programmazione, ci ha costretti ad agire così.

Questo è il motivo sostanziale per cui abbiamo dato il benvenuto al Governo Monti ... e a tutti quelli che ne seguiranno ... pronti a dargli il benservito se non vedremo il cambiamento in atto fin dai primi mesi dell'anno entrante.

Ci attende un 2012 decisivo, nel bene e nel male, nonostante o in forza (l'aggettivazione dipende dai punti di vista e dalle credenze di ognuno) delle predizioni catastrofiche delle arcinote profezie Maya.

sabato 3 dicembre 2011

16 dicembre, ore 20:45: io decido X il nostro - il loro - futuro

Dopo alcuni mesi, finalmente, è arrivato il momento di riunirci: prima di tutto per scambiarci gli auguri delle imminenti festività natalizie.

E poterci dire l'un l'altra se e quale significato conservano nei nostri cuori.

Il momento economico, politico, istituzionale dell'Italia, dell'Europa e del mondo è di quelli seri, di quelli in cui si presenta l'occasione - e la necessità - di prendere decisioni che cambiano il futuro nostro e dei nostri figli.

Raccoglieremo le idee di tutti, le metteremo in comune e vedremo se tanti occhi e tante orecchie possono vedere ed ascoltare meglio, se tante buone individualità sapranno collegarsi in rete, trascendere le proprie capacità ed arrivare a conoscere la verità - l'unica vera - sulla nostra attuale condizione, aprire uno squarcio verso il futuro ... per farci entrare i nostri giovani.

Ci vediamo


venerdì 16 dicembre 2011 alle ore 20:45
presso la Sala Don Milani di Mandriola, Albignasego


Non verranno i professori ad insegnarci, anche se alcuni di noi lo sono.

Non verranno i capi partito per arringarci, anche se alcuni di noi sono iscritti ai partiti.

Non verranno i preti per guidarci, perché anche loro non sanno esattamente dove.

Ci saremo solo NOI, che proveremo a decidere il nostro - il loro - futuro.


Il nostro metodo consiste nello stare seduti in cerchio, e nel prendere la parola essendo disposti all'ascolto dell'altro, per fare proposte costruttive che ci coinvolgono in prima persona. Niente polemica, nessuna prosopopea, solo esperienze di vita vissuta, non è tanto importante portare successi o insuccessi, anzi, è proprio dall'elaborazione comune degli insuccessi che si apprende e si cambia.
Importa fare comunità di vita, questo importa, in questo momento di difficoltà un po' per tutti. E faremo come il nostro simbolo: la rossa nave rompighiaccio che, pazientemente e coraggiosamente, apre nuove vie attraverso il gelido mare polare.



Il luogo dell'incontro lo trovate alla scheda dove siamo

venerdì 2 dicembre 2011

Non è tutt'oro quel che luccica

A proposito della composizione della compagine del nuovo Governo, presieduto da Mario Monti, incaricato dal Presidente della Repubblica, approvato da una grande maggioranza parlamentare, sostenuto dall'Europa, riceviamo da CittadinanzAttiva questa segnalazione, che prontamente pubblichiamo:

Un barone al posto dei pazienti