L’ALTRO VOLTO,
ANCHE MORTALE, DELL’IMMIGRAZIONE
di Francesco
Riccardi
Sono l’altro
volto dell’immigrazione, quello che fatichiamo a vedere. Braccianti
sfruttati nei campi della Puglia, della Sicilia e perfino delle
Langhe piemontesi. Neri africani e marocchini, polacchi e romeni,
uomini e donne oggetto delle peggiori angherie nelle nostre campagne.
In questi giorni arroventati finiscono pure per morirne, schiantati
da caldo e fatica. Come Mohamed, sudanese di 47 anni, deceduto lunedì
mentre raccoglieva pomodori a Nardò, sotto il sole a picco, con una
bottiglia d’acqua già vuota a metà mattina. Quel lavoro, presso
una famiglia con qualche ettaro di terra, glielo aveva procurato un
suo connazionale, il caporale, oggi sotto inchiesta per omicidio
colposo assieme ai proprietari dell’azienda agricola.
Non certo un caso
isolato, quello di Mohamed. I lavoratori extra e neocomunitari
impiegati in maniera irregolare sono decine di migliaia, denunciano
da tempo i sindacati. E la gran parte di loro non sta nascosta in
qualche capannone isolato, ma piega la schiena alla luce del sole nei
campi e fra le serre del Mezzogiorno, del Centro e pure in alcune
zone del Nord. Uomini e donne pagati dai 2 ai 5 euro l’ora per
raccogliere quel che la terra dà a seconda della stagione. La sera,
poi, sono ancora più visibili, perché non hanno casa e occupano
tuguri di campagna – per il cui 'affitto' viene loro trattenuta una
parte della magra paga – o formano tendopoli sotto gli alberi.
Eppure fatichiamo a vederli, questi esseri umani. Ci sono interi
centri, in particolare al Sud, la cui economia è strutturalmente
basata sullo sfruttamento della manodopera straniera. Di solito
funziona così: c’è un proprietario che assume in maniera
'regolare' dei braccianti tutti rigorosamente italiani oppure forma
una (falsa) cooperativa. Poi, molti di questi nostri connazionali si
'trasformano' in disoccupati e incassano dall’Inps la relativa
indennità. Nei campi, con 40 gradi, vanno invece gli stranieri
raccolti e organizzati dai vari caporali. Paga in nero, nessun
diritto, orari dall’alba al tramonto. 'E zitti!' perché c’è il
caso di finire ammazzati a bastonate, come accaduto ad alcuni operai
polacchi qualche anno fa. Tolto il caldo da record, non c’è nulla
di nuovo – purtroppo – nei drammi che si consumano in questi
giorni nelle nostre campagne. Sono situazioni che la magistratura, le
forze dell’ordine, gli organi preposti ai controlli conoscono
benissimo. Che tutti noi conosciamo, in realtà. Soprattutto chi
abita nei piccoli paesi agricoli.
Solo che soffriamo
di questa strana, maledetta miopia. Vediamo bene, e giustamente ci
indigniamo, per gli stranieri tenuti a ciondolare nei centri
d’accoglienza senza aver nulla da fare. Ma gli altri, quelli che
stanno nei nostri campi e nelle nostre serre, non riusciamo proprio a
scorgerli. Non ci indignano, loro, neppure se muoiono sotto il sole.
Non valgono neanche un materasso da bruciare.
(da Avvenire
del 24 luglio 2015)© RIPRODUZIONE RISERVATA