Bergoglio demolisce i luoghi comuni «La donna tentatrice? È offensivo»
Dal "Corriere della Sera" di Giovedì 17 Settembre 2015, pagina 23
Il Pontefice: c’è spazio per una teologia diversa. Scaraffia: cade uno stereotipo secolare
CITTÀ DEL VATICANO
Francesco l’aveva buttata lì durante un’udienza prima dell’estate, una
battuta mentre parlava del «puro scandalo della disparità» tra uomo e
donna e metteva in guardia dalla «falsità» di chi dice che il matrimonio
è in crisi a causa dell’emancipazione femminile: «È una forma di
maschilismo, che sempre vuole dominare la donna. Facciamo la brutta
figura che ha fatto Adamo, quando Dio gli ha detto: “Ma perché hai
mangiato il frutto dell’albero? E lui: “La donna me l’ha dato”. E la
colpa è della donna, povera donna, dobbiamo difendere le donne!».
Detto,
fatto. La battuta di qualche mese fa è diventata ieri una riflessione
teologica che il Papa ha proposto in piazza San Pietro nell’ultima delle
catechesi dedicate alla famiglia. Adamo, Eva, la mela. E quella frase
nel terzo capitolo della Genesi, cita Francesco, le parole che Dio
rivolge «al serpente ingannatore, incantatore», versetto 15: « Io porrò
inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe ».
Francesco scandisce: «Pensate quale profondità si apre qui! Esistono
molti luoghi comuni, a volte persino offensivi, sulla donna tentatrice
che ispira al male. Invece c’è spazio per una teologia della donna che
sia all’altezza di questa benedizione di Dio per lei e per la
generazione!».
Lucetta Scaraffia, coordinatrice dell’inserto Donne
Chiesa mondo dell’ Osservatore Romano , notava ieri che «lo stereotipo»
secolare della donna tentatrice «ha avuto molta fortuna nella Chiesa». E
Francesco, ieri, lo ha demolito. I «luoghi comuni offensivi» dicono
l’opposto della verità. Perché con le parole rivolte al serpente, ha
spiegato il Papa, «Dio segna la donna con una barriera protettiva contro
il male, alla quale essa può ricorrere — se vuole — per ogni
generazione». Lo stesso Cristo, ricorda, è nato da una donna. E il
racconto della Genesi «vuol dire che la donna porta una segreta e
speciale benedizione, per la difesa della sua creatura dal Maligno: come
la Donna dell’Apocalisse, che corre a nascondere il figlio dal Drago. E
Dio la protegge».
Anche da qui deve partire quella riflessione che
Francesco invocò dall’inizio del pontificato, nel 2013: «Il ruolo della
donna nella Chiesa non è soltanto la maternità, la mamma di famiglia, ma
è più forte: è proprio l’icona della Vergine, quella che aiuta a
crescere la Chiesa. La Madonna è più importante degli Apostoli! E la
Chiesa è femminile… Credo che noi non abbiamo fatto ancora una profonda
teologia della donna, nella Chiesa». Capire questo, oltre i «luoghi
comuni» e le disparità, è fondamentale per quella «nuova alleanza tra
uomo e donna» che Francesco ritiene «non solo necessaria ma anche
strategica» nel nostro tempo: per «l’emancipazione dei popoli dalla
colonizzazione del denaro». Il Papa anticipa temi del prossimo viaggio a
Cuba e negli Usa, che si concluderà con l’incontro delle famiglie a
Philadelphia. Temi che saranno anche al centro del Sinodo di ottobre.
Tutto
si tiene. Francesco spiega che «l’attuale passaggio di civiltà appare
segnato dagli effetti a lungo termine di una società amministrata dalla
tecnocrazia economica». E «la subordinazione dell’etica alla logica del
profitto dispone di mezzi ingenti e di appoggio mediatico enorme». Qui
sta il ruolo decisivo della famiglia: «La nuova alleanza tra uomo e
donna deve ritornare ad orientare la politica, l’economia e la
convivenza civile!».
Perché Dio «ha affidato alla famiglia non la
cura di un’intimità fine a se stessa, bensì l’emozionante progetto di
rendere “domestico” il mondo», esclama: «La famiglia è alla base di
questa cultura mondiale che ci salva da tanti attacchi, distruzioni,
colonizzazioni, come quella del denaro o delle ideologie che minacciano
il mondo. La famiglia è la base per difendersi!».
Proprio ieri, il
Consiglio di nove cardinali («C9») voluto dal Papa ha definito la
nascita di una nuova Congregazione che si occuperà di fedeli laici,
famiglia e vita e assorbirà le competenze di due pontifici consigli: un
«ministero» ad hoc che non è solo una semplificazione della Curia e dice
tutta l’importanza che la questione ha per il Papa. Nel «C9», tra
l’altro, si è discusso anche delle procedure per la nomina dei vescovi
del mondo: il Papa — forse non convinto da alcune candidature — ha
deciso che le procedure per raccogliere informazioni e sondare «qualità e
requisiti dei candidati» dovranno essere aggiornate.
Gian Guido Vecchi
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