Da Il Mattino di Padova di Domenica 03 Luglio 2016, pagina 14
Dopo 18 anni il poliambulatorio nato per gli immigrati cura soprattutto i padovani in difficoltà economica.
Era l’ambulatorio degli stranieri irregolari, quelli senza
documenti e senza permessi. Negli anni si è specializzato in
odontoiatria e in oculistica, continuando a curare soprattutto
immigrati, ma anche i primi padovani in difficoltà economica, segnalati
dai servizi sociali. All’alba del diciottesimo anno di attività, il
poliambulatorio Caritas di via Duprè scopre di essere la nuova frontiera
delle cure dentarie per quella moltitudine di nuovi poveri che vede gli
italiani più numerosi degli stranieri.
Nel 2015 e nei primi sei mesi
del 2016 sono padovani - o comunque, appunto, italiani - i più presenti
nelle liste d’attesa per far fronte a una carie o per un’estrazione o
per una cura canalare. Sono il 33 per cento, seguiti da marocchini e
rumeni in percentuali inferiori. E sono prevalentemente maschi. Notevole
è anche la percentuale di minorenni, che nel 2015 ha raggiunto il 30
per cento e che quest’anno si aggira intorno al 25-26 per cento, anche
per effetto di una convenzione con le comunità per minori stranieri non
accompagnati.
«Non siamo sorpresi perché siamo arrivati progressivamente
a questa situazione», racconta Sara Ferrari, referente della Caritas
diocesana per il poliambulatorio. «Abbiamo potuto registrare nel tempo
questo impoverimento generale che ha allargato il nostro servizio a
nuove fasce di marginalità e quindi a famiglie padovane in difficoltà».
Nel 2015 in via Duprè si sono presentate 554 persone e gli interventi di
cure dentarie sono stati 1.577. Nei primi sei mesi di quest’anno le
persone prese in cura sono state già 318, con 106 italiani. In molti
casi si tratta di poveri segnalati dai servizi sociali del Comune, ma
anche le parrocchie e i centri d’ascolto vicariali segnalano il servizio
che è gestito da Adam Onlus, partner della Caritas.
Al poliambulatorio si accede passando dagli uffici della Caritas dove ogni venerdì c’è un
volontario che filtra le richieste, accertandosi che si tratti di
situazioni di vera indigenza. «Il reddito massimo, certificato
dall’Isee, è di 8 mila euro», aggiunge Sara Ferrari, «ma quasi sempre si
tratta di persone che non hanno niente. A loro rilasciamo una tessera a
uso interno che dà diritto alle cure per sei mesi. Ma se il ciclo non è
completo, poi si fa il rinnovo dopo un secondo colloquio». Nei locali
concessi dal Comune - e ristrutturati due anni fa grazie a contributi
della Fondazione Cariparo - c’è spazio per due studi odontotecnici. Ci
lavorano, ogni mattina dal lunedì al giovedì, undici specialisti, tutti
volontari, più un’assistente di poltrona, unica stipendiata, dipendente
di Adam.
Di bello, in questa storia fatta di servizi gratuiti e di
generosità diffusa, c’è anche il fatto due studi dentistici della città -
Mavidental e Ceramodent - regalano un paio di dentiere ogni mese. Così
qualche anziano che non può permettersela, riesce ad avere la protesi.
«Abbiamo anche una convenzione con CbmItalia onlus e con il consorzio
Optopiù e in questo modo possiamo dare occhiali e lenti a chi ne ha
bisogno», conclude Sara Ferrari. Sembra poco, per qualcuno è tantissimo.
Cristiano Cadoni