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giovedì 5 settembre 2013

Abbiamo perso il controllo?

La pornografia dentro casa

Fonte "" di Domenica 28 Luglio 2013

Vorrei parlare di Inghilterra, questa settimana. Non per celebrare la nascita dell’erede al trono, ma per riflettere sulla decisa presa di posizione del primo ministro David Cameron che, nei giorni scorsi, ha preso di petto il problema della pornografia su internet. Per prima cosa, entro pochi mesi sarà bloccata all’origine la possibilità di navigare sui siti pornografici: chi volesse, dovrà farne esplicita richiesta al momento dell’attivazione della linea. In più, Cameron ha chiesto a Google e agli altri motori di ricerca di fare la loro parte, bloccando la ricerca di parole o frasi che rimandino esplicitamente alla pornografia. Vista la velocità con cui marcia la tecnologia, è chiaro che nessuna soluzione ci garantirà del tutto. Ma quella scelta dall’Inghilterra – più o meno come si fece anni fa in Italia per contenere il fenomeno dei numeri telefonici a pagamento – va comunque nella direzione giusta.
Per quanto ripugnante sia, dopo i 18 anni il porno è legale. Certo, ma anche se siete adulti e volete consumare pornografia via internet, almeno metteteci la faccia e la firma. Vista la diffusione nelle case, e sempre di più anche sui telefonini che mettiamo in mano ai nostri ragazzi, la rete non può infatti continuare a essere una immensa prateria libera da ogni controllo. Più che le soluzioni tecniche, quel che però mi pare meritevole nell’iniziativa del governo inglese sono le motivazioni. «I nostri ragazzi stanno crescendo troppo velocemente – ha sottolineato Cameron – e la visione di certe immagini li danneggia perché influisce sull’atteggiamento e sulle aspettative che essi avranno del sesso. Le aziende hanno l’obbligo morale di agire».
Non è un bigotto, Cameron. Sta solo traducendo in azione politica quel che milioni di persone pensano: non è giusto che i nostri figli siano esposti a un’assalto così violento e pervasivo da scardinare ogni difesa, privando di fatto le famiglie, la scuola, la comunità del ruolo educativo che a loro spetta. Alla fine, come si domanda Cameron, che aspettative avranno del sesso e prima ancora dell’amore? Che mariti e mogli saranno? Come si plasmerà la loro struttura psicologica e morale? In attesa di individuare la soluzione tecnica più efficace, è già importante che un governo si ponga questi interrogativi invece di nascondere la testa sotto la sabbia o di continuare a ripetere stantii slogan dei tempi passati: questa non è libertà, ma un abuso continuato di cui i nostri ragazzi sono vittime. La rete, si dice, è uno straordinario strumento che ha allargato a dismisura i nostri confini mentali portandoci l’intero mondo in casa. Verissimo. A patto di ricordarci che non tutto il mondo è buono. E che non tutto merita di essere visto da un bambino di dieci anni.
Editoriale di Guglielmo Frezza

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