"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

mercoledì 15 giugno 2011

AZIONI SOSTENIBILI: L'UNICA CARTA CHE CI POSSIAMO GIOCARE


Venerdì sera, dopo la visione del film-documentario
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ci siamo dati due minuti a testa per dire quello che abbiamo fatto o che vorremmo fare, qualcosa di concreto che stiamo già facendo nella vita quotidiana, o qualcosa che vogliamo fare da oggi in poi, nella direzione di cambiare: cosa aspettiamo? Cambiamo!
  • Enrico Pistelli: una cosa che ho fatto nel passato è stata di cambiare la caldaia di riscaldamento della casa: da caldaia a camera aperta, a caldaia a camera chiusa con condensazione dei fumi di scarico: consumato il 30% di gas in meno. Poi ho comprato la stufa a legna da utilizzare in alternativa o a supporto della caldaia, perché c'erano molte dispersioni termiche con umidità sulle pareti e la stufa a legna asciuga, inoltre la legna è una fonte di energia naturale e rinnovabile. Da adesso in poi vorrei andare un po' più in bicicletta, e mi impegno, come consigliere comunale, a proporre al Consiglio di migliorare le piste ciclabili. Questo è un impegno istituzionale. Per quanto riguarda l'acqua dico che è possibile gestire gli acquedotti attraverso delle public company partecipate direttamente dai cittadini.
  • Remo Ronchitelli: ho dato un esame di economia politica, e tutte le informazioni del film sono vere, riportate nei manuali di economia politica. Sull'alimentazione darei questo suggerimento: passare ad un'alimentazione a filiera corta (anche detta km 0), in gran parte vegetariana. Io ho per esempio scoperto che un'azienda locale vende carne allevata ad Agordo, cereali prodotti a Rovigo. Vi sono dei gruppi di acquisto solidale, tipo Biorekk, che prediligono questo tipo di agricoltura, biologica, naturale, con riduzione del consumo di carne. Ad esempio 50 anni fa non si mangiava tutta questa carne e non si riscontravano certi problemi di salute oggi molto diffusi. Bisognerà utilizzare l'acqua piovana per gli scarichi, per lavarsi, per lavare la macchina, etc.
  • Franca Boaretti: tra le tante cose, sono vegetariana dal 2002, sempre più convinta di questa scelta che ha migliorato la mia vita in tutti i sensi, ha portato tutto un insieme di scelte collegate (sto bene in salute per cui non consumo farmaci). Faccio un proposito: cercherò di più di usare la macchina assieme ad altri (car pooling). Un paio di spunti: quando si lavano i piatti, utilizzare due vaschette, una per lavarli, l'altra per sciacquarli, senza far scorrere l'acqua. Basta utilizzare detersivi ecologici, che fanno poca schiuma. Dedicare una giornata alla settimana al risparmio energetico, staccando il contatore dell'energia elettrica dalla mattina alla sera. E' bellissimo, perché tutto acquista un diverso significato e uno stile più sobrio: il cucinare, il lavarsi i denti, il mangiare con le candele. Questo aiuta a rallentare il ritmo, a rilassarsi, a prepararsi per il riposo notturno. Per un giorno si fanno delle cose che non si fanno solitamente. E' rinnovare la nostra vita e riscoprire la gioia delle cose semplici. Pratico la biodanza con un gruppo. Dovrei parlarvi anche degli ECOVILLAGGI, dove lo stile di vita, dalla produzione al consumo è impostato sulla sostenibilità ambientale, la solidarietà, l'autoproduzione, il riciclo dei materiali e dei rifiuti.
  • Lina Contarin: direi due cose, una che si sta facendo a livello di scuole è di puntare sulla divulgazione. Ai bambini piace moltissimo guardare i video, e sono molto attenti ai discorsi sulle energie rinnovabili, sulla raccolta differenziata, etc. Si può proporre un cineforum, magari ai bambini delle classi più grandi. Già in molte scuole si fa tutto un percorso sulla raccolta differenziata. Si partecipa alla proposta “mi illumino di meno” una volta all'anno. Almeno un'ora al giorno si tengono spente le luci, la fotocopiatrice. In mensa è stata sostituita l'acqua in bottiglia con le caraffe di acqua del rubinetto. E ho comprato l'auto che va a gpl. Bere l'acqua di acquedotto fa risparmiare, ma soprattutto non inquina!
  • Piroska Sabbion: infatti si sono formate due enormi isole di bottiglie di plastica negli oceani, e le plastiche stanno entrando nella catena alimentare, a partire dai pesci. La buona pratica è quella di non utilizzare le bottiglie di plastica.

  • Carlo Fantozzi: dove ci si può rivolgere per farsi controllare l'acqua di casa? Magari quella dell'acquedotto è buona, ma le tubazioni di casa potrebbero non esserlo. In questo caso si possono applicare dei filtrini, ad esempio quelli che filtrano i corpuscoli solidi (la ruggine, la sabbia e le polveri), ma si sconsiglia di installare quelle apparecchiature che alterano la composizione minerale dell'acqua attraverso processi chimici o elettrolitici, perché normalmente rilasciano quantità di sodio, arsenico e di altri metalli pesanti che, a lungo andare, sono pericolose per la salute. Inoltre alcuni di questi modelli sono parecchio costosi e consumano pure energia elettrica.
  • Giuseppe Zamarin: sono d'accordo sull'utilizzo dell'acqua d'acquedotto a tavola, perché ha molti più controlli delle acque minerali, che sono controllate solamente a campione, e non costantemente come l'acqua di acquedotto. Vi è un'alterazione dell'acqua se rimane in bottiglie di plastica sotto al sole. Io provvedo così: riempio due bottiglie alla sera e alla mattina l'eventuale cloro che c'è se n'è andato. L'acqua minerale in bottiglia è già la privatizzazione dell'acqua, che noi accettiamo subendo le pubblicità dei media.
  • Anita Filippi: io vivo in campagna e vedo che per coltivare bisogna metterci l'urea, i prodotti anticrittogamici, etc., altrimenti non cresce nulla. Ad esempio le barbabietole sono infestate da erbacce, e quindi bisogna trattarle con diserbanti. I campi vicini al mio giardini sono irrorati con sostanze chimiche, credo che ne respiro una quantità. Parte della siepe di recinzione si è inaridita a causa di questi trattamenti. Che alternativa c'è?
  • Remo: non abbiamo una risposta per tutto. Ma in questo caso specifico si può passare alla coltivazione di qualcos'altro. E ritornare alla rotazione dei terreni, come 50 anni fa. Non è una soluzione immediata, ma è la realtà del problema. La domanda che dovremmo porci è un'altra: perché coltiviamo la barbabietola? Bisognerebbe mangiare meno dolci, così ci sarebbe meno necessità di zuccheri elaborati (che, tra il resto, fanno male alla salute, infatti il diabete, con tutte le patologie collegate, è in aumento). C'è qualcosa di profondamente sbagliato nel sistema. Non ha molto senso prendere un sintomo alla volta. È tutto connesso e la cosa è esponenzialmente più grave di quello che immaginiamo. Stiamo marciando in una direzione che ci porta ad una situazione insostenibile senza via di uscita. Non abbiamo ancora gli strumenti culturali per cambiare il nostro comportamento, le nostre scelte. Altro punto importante: non dobbiamo concentraci solo sul cambiare lo stile di vita del consumo, ma anche quello della produzione! Dobbiamo cambiare la produzione e cambiare conseguentemente il sistema economico. Tutto il processo economico iniziato centinaia di anni fa ci ha portato a questo: alla crisi collegata all'insostenibilità ambientale.
  • Giuseppe: ritengo che tutti noi abbiamo un eccesso di mezzi, strumenti … e gli armadi troppo pieni di vestiti, come pure i frigoriferi stracolmi di prodotti: compriamo un sacco di strafanti, anche se non ne abbiamo bisogno … solo perché c’è l’occasione, lo sconto.
  • Enrico: spesso diciamo: perché non si fa così o colà? Perché non fanno (intendendo il governo, o altre persone) questo e quello? IN REALTA' DOBBIAMO PARTIRE DA NOI. POI QUANDO NOI SIAMO CAMBIATI, ANCHE GLI ALTRI CI VEDRANNO IN MANIERA DIVERSA. Dobbiamo fare in modo di vivere bene. Dobbiamo fare la nostra piccola parte, tanti piccoli gesti quotidiani. Noi, ad esempio, abbiamo deciso di non comprare il decoder, così in famiglia non si vede più la TV. A tavola si parla di più, si scoprono tante cose dialogando, ci si informa attraverso la radio o gli amici o internet. Basta non passare troppo tempo davanti al PC, perché allora diventa un'altra dipendenza; anche se la rete virtuale avvicina le persone lontane, però allontana le persone vicine, in realtà costruisce una barriera invalicabile al rapporto di prossimità.
  • Franca: noi non possiamo cambiare gli altri. Neanche se si tratta della moglie, del marito o dei figli. Dobbiamo cominciare col cambiare noi stessi, poi gli altri vedranno il nostro esempio ...
  • Remo: la cultura deriva dal fatto che ci si parla. Se si dialoga nasce cultura. Si parla, si danza, con i vicini di casa, si costruisce la propria cultura, locale, specifica. Bisognerebbe tornare indietro su quello schema che abbiamo già conosciuto. DOBBIAMO RICOSTRUIRE DELLE COMUNITA'.
  • Daniele Boscaro: il problema centrale è nell'uomo e nel cosa lo spinge ad assumere comportamenti autodistruttivi, disfunzionali. Non credo che il centro sia nel ritorno alle comunità primitive. Io vengo da studi di carattere ambientale, ci sono molti differenti punti di vista sulle cose e spesso non si hanno le conoscenze per poter avere un quadro chiaro in situazioni complesse come queste. Il cambiamento va iniziato dal basso, ma alcune scelte devono essere impostate nei centri decisionali dove è possibile promuovere alcuni cambiamenti che solo lì è possibile attivare. Il singolo cittadino può far poco (ad esempio per modificare il sistema di produzione). A meno che non ci si organizzi e si faccia massa, entrando nei sistemi politici, economici e finanziari che fanno le scelte. Le sedi della decisione non sono neanche più i centri politici istituzionali, ma i centri economici internazionali (meglio sarebbe dire sovranazionali, vedi Zygmunt Bauman), dove la politica non esercita più alcun potere. È comunque molto bello che la gente si ritrovi e provi a chiamarsi in causa …
Cosa si può suggerire di concreto?
Daniele elenca quattro proposte:
  1. fare scelte consapevoli, ognuno per sé, con responsabilità e visione di lungo termine;
  2. provare a fare scelte politiche, impegnandosi anche a livello locale e chiedendo scelte specifiche e verificabili a chi si elegge;
  3. orientare le scelte nell’acquisto dei beni e nei consumi, quindi premere a livello economico (esercitare il consumo critico);
  4. spegnere la televisione … depotenziando il sistema di induzione dei bisogni e dei consumi.
Report a cura di Christian Ruzzarin ed Enrico Pistelli

1 commento:

  1. Giunge una bella risposta da Sabrina, alla quale abbiamo chiesto il permesso per la pubblicazione.

    Grazie Enrico,

    vi guardo e leggo con interesse.
    E' stato bello il risultato del referendum, ora proseguiamo ...
    vorrei dire con aria di una che vorrebbe dondolarsi su una sedia nella veranda (... ma non posso, ho due bimbi da crescere ...) Bene dai!
    Delle persone che fanno parte del gruppo molte catturano il mio interesse, Piroska Sabbion per il fatto che è donna, è forse quella che ha maggiormente la mia attenzione ... Comunque tutte siete delle persone che applaudo!
    Penso sia importante ora non farsi intrappolare in un'altra logica commerciale, perché è così che ci hanno formato :)
    Più bicicletta mi va bene, anche il passaparola, tam tam e altro :)
    Ciao
    Sabrina

    www.sabrinagaliazzo.it

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