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mercoledì 20 febbraio 2013

Lettera aperta all'On. Bruno Tabacci

Ricevo e pubblico questa interessante missiva del mio (lontano) amico Rosario Amico Roxas.

Lettera aperta all'On. Bruno Tabacci.

Con la sua venuta in Sicilia ci ha fatto sentire una voce nuova della politica, nuova, ma come l’'eco di una voce antica che invitava al ritorno alla terra.

La vocazione primaria della Sicilia è stata e dovrà tornare ad essere quella agricola e non perché sarebbe il solo campo nel quale i cin3esi non potranno farci concorrenza; ho visto esposte in bella mostra in alcuni supermercati cassette di “pomodorini di Pechino” con tanto di CE che significava “Cina Exporting”.

Nella sola Sicilia Occidentale (PA, TP, AG, CL, EN) insistono oltre 15.000 ettari di terreni demaniali abbandonati, mentre 70.000 persone fanno i forestali nei boschi delle Madonie EST ed Ovest e nei Nebrodi, percependo un salario per tutto l’'anno malgrado impegnati solo per 70 giorni. Si tratta di terreni fertilissimi, idonei alle colture sia intensive che estensive, agli allevamenti, alla orticoltura in pieno campo.

Basterebbe seguire l’'esempio dei kibbutz israeliani per rimettere in coltivazione tali terreni che rappresentano un patrimonio abbandonato. Le coste hanno vocazione turistica, ma manca la cultura del turismo, perché il turista che arriva viene inteso come un pollo da spennare; anche qui l'’esempio della Tunisia turistica potrebbe indicarci la retta via per creare posti di lavoro e favorire un rinnovato circuito economico. C’è ampiamente posto per piccole e medie industrie artigianali e/o industriali che non si presentino come cattedrali nel deserto.

Ora viene riproposto il ponte sullo stretto come escamotage per attirare consensi, mentre mancano le strade per una viabilità interna e si trascura la dinamica che andrebbe a instaurarsi con un tale cantiere: i lavori dureranno non meno di cinquanta anni, con periodiche revisioni dei prezzi che porterebbero il costo globale a non meno di cinquanta  miliardi, perfezionando una alleanza generazionale tra la politica che amministra i fondi e la mafia che ne fa ’uso personale.

Tutto ciò sarebbe possibile con una inversione di rotta a 180°, partendo da una seria  lotta alla mafia evitando di cadere nei giochetti che stanno favorendo il rinnovamento del fenomeno mafioso non più dedito solo al malaffare, ma interessato ai grandi appalti; non per nulla viene accreditato il vertice mafioso a Matteo Messina Denaro che serve da parafulmine per neutralizzare l'’attenzione verso la rinnovata cupola che veste abiti di taglio sartoriale, frequenta i salotti della finanza palermitana e trapanese e gestisce dall’'interno il potere politico. E'’ stata questa la Sicilia del 61 a 0, anche se qualcosa sta cambiando con Rosario Crocetta. Serve oggi una presenza significativa  presso il potere centrale, possibilmente ripulito dalle scorie che ancora vediamo  orgogliosamente in lista sia al Senato che alla Camera, speranzosi di riacciuffare il potere che è stato loro negato con le ultime regionali.

E’ la ragione per la quale  molti miei conoscenti si sono convinti a cambiare indicazione di voto e dare fiducia alle forze innovatrici come il tuo Centro Democratico, il Partito Democratico e SEL.

L'’impressione generale è che si tratta dell'’ultima occasione, se dovesse venire meno finirebbe anche la speranza.

Distinti saluti.

Rosario Amico Roxas

E' la mia stessa impressione e la posso estendere all'Italia intera: è fermo in stazione l'ultimo treno per l'Europa, per entrare in una civiltà europea che noi per primi abbiamo contribuito a costruire nei secoli passati.

Orario limite per la partenza: le ore 15:00 di lunedì 25 febbraio 2013.

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