"io decido X Albignasego" è il nome del movimento civico che vuol dare la parola ai cittadini di Albignasego, comune della provincia di Padova ... e non solo!

martedì 3 gennaio 2012

Perché le vie d’acqua in Veneto non hanno “padrini”?

Riceviamo dal dott. Carlo Crotti la lettera che ha mandato ai giornali.
Col suo permesso la pubblichiamo in questo blog io decido X Albignasego, innanzitutto perché, a nostro parere, getta luce sulle molte ombre del nostro Veneto quotidiano e poi perché tutto quello che riguarda la "Salvaguardia Idraulica del territorio padovano e veneziano" riguarda anche noi, che abitiamo a sud del Bassanello e vorremmo poter decidere, prima che sia troppo tardi, ovvero prima della prossima alluvione!

Egr. Direttore ...
nella mia qualità di presidente dell’Ass. “Salvaguardia Idraulica del territorio padovano e veneziano”, che da un lustro si batte per il completamento del canale che collega Padova all’Adriatico e alle Autostrade del Mare, devo constatare con rammarico che nessun esponente politico di qualsivoglia partito al Governo o all’opposizione in Regione o in Parlamento ha finora voluto patrocinare e associare il suo nome all’idrovia Padova-Mare e tanto meno all’uso delle vie d’acqua, di cui la nostra Regione è ricca.

Non che tra le Organizzazioni di Categoria sia stato molto diverso e tanto meno tra i quotidiani locali. Al massimo è stato colto e raccontato il patetico lamento degli alluvionati, ma per lungo tempo l’idrovia – navigabile e da 400 mc/sec di portata - è stata una parola innominabile. Anche le Banche e le Fondazioni da me interpellate, affinché sponsorizzassero Convegni sul tema si sono sempre defilate, senza fornire spiegazioni.

Il fatto che nessun parlamentare o consigliere regionale possa essere considerato “padrino” dell’idrovia e delle vie d’acqua che la Repubblica Veneta seppe sfruttare per secoli, dimostra anche un altro fatto : nessuno di loro è in grado di presentare ai cittadini un modello di sviluppo diverso da quello delle “camionabili”, delle Nuove Romee, delle Nogara Mare, delle TAV, etc. Guarda caso tutti percorsi trasportistici che si potrebbero valorizzare molto meglio, movimentando nella stessa direzione battelli capaci di navigare sia in acque interne che costiere.

A mio avviso esiste però una più radicale e irrisolta contraddizione politica, di cui nessuno parla.

Il Terminal al largo di Malamocco (TOS), al quale ci si arriva solo su una imbarcazione e non su un camion, costerà almeno 3-4 miliardi di euro. Permetterà a navi con pescaggio intorno a 17-18 m di aggiungere alle loro rotte transoceaniche anche lo scalo veneziano, preferendolo ad altri che sulla sponda europea del Mediterraneo non hanno la stessa profondità. In 24-36 ore su quel molo scaricheranno almeno 2-3.000 TEU. Se fossero di meno, non avrebbe senso per le grandi Compagnie di navigazione fermarsi al TOS veneziano con navi da 16-18.000 TEU.
Accumularli da qualche parte della laguna presuppone avere a Marghera infrastrutture su strada e su ferro capaci di smistare, giusto il tempo di sosta di una nave prima che arrivi la successiva, quel numero di containers.

Se questa operazione di smistamento e spedizione non fosse possibile secondo il ritmo imposto dagli arrivi-partenze navali e non potesse rimanere costante ed affidabile tutto  l’anno, le Compagnie farebbero presto a spostarsi altrove e il TOS diverrebbe un grande fallimento.

Possono le strade e i binari, che la Regione ha in programma, affrontare e risolvere le dimensioni e i tempi di quella distribuzione? Possiamo attendere 20 anni per realizzare una ferrovia AV, dedicata principalmente al trasporto merci? (Una scelta che nessun paese al mondo ha mai neppure contemplato per quel tipo di  trasporto).
In altre parole ha senso realizzare soltanto le strade che puntano verso Marghera, (Nuova Romea, Camionabile, Nogara-Mare ...) concentrando solo in quel punto tutta la movimentazione merci  diretta o proveniente dal TOS?
Qualora si volessero considerare anche le vie d’acqua interne, non esistono forse molti altri punti d’imbarco, tali da alleggerire il numero dei containers oggi concentrati solo su Marghera? Non si potrebbe collegare il TOS a un qualunque scalo minore lungo la costa: da Monfalcone a Ravenna, o anche da approdi interni come Mantova, Rovigo, Padova, Ferrara ... Cremona?
Sarebbe un “porto diffuso”, molto competitivo rispetto ad altri, proprio per questa sua elasticità della logistica e per il fatto che non avrebbe bisogno al momento di tutte le infrastrutture stradali o ferroviarie.

In conclusione: se il pres. Zaia e con lui anche l’attuale classe dirigente veneta – di Destra come di Sinistra - darà la precedenza alle autostrade piuttosto che ai canali interni e al cabotaggio lungo costa, non sta forse decretando fin da ora l’insuccesso del Terminal off shore?
Io temo di si!

Ecco perché è nostra intenzione trasformare quanto prima questa profonda contraddizione programmatica e di investimento in una regolare interrogazione parlamentare. 
Se ai vertici della Regione non comprendono che il successo del Terminal off shore (TOS) è minacciato dalle infrastrutture stradali e ferroviarie (TAV) che la Giunta del pres. Zaia sostiene, forse a Roma il nuovo Governo saprà cogliere l’incongruenza e fermare lo scempio irreparabile di territorio, soldi, salute dei cittadini (aumenterà il PM10 se facciamo solo strade per camion) e paesaggio.

dr. Carlo Crotti
Presidente Ass. “Salvaguardia Idraulica del Territorio padovano e veneziano”

ASS.  “SALVAGUARDIA IDRAULICA DEL TERRITORIO PADOVANO E VENEZIANO”
IV° Strada n°3 Zona Ind. 35129 Padova tel 347 8665730 www.idroviapadovamare.org
Associazione iscritta nel Registro Comunale di Padova delle
“LIBERE FORME ASSOCIATIVE e delle COOPERATIVE SOCIALI”
n° 1477 nella sezione tematica n° 7:
“TERRITORIO – URBANISTICA – TUTELA AMBIENTE e PROTEZIONE CIVILE”
 procedimento dirigenziale n° 2009/68/0017 del 24 Marzo 2009 P-IVA 04141400285

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